La Federal Trade Commission (Ftc), ovvero l’autorità antitrust statunitense, e 17 Stati dell’Unione hanno fatto causa ad Amazon, accusando il gruppo di esercitare il suo “potere monopolistico” per gonfiare i prezzi, far scendere la qualità per i clienti ed escludere dal mercato i rivali. Si tratta del secondo capitolo di una più vasta iniziativa che mira a contenere lo strapotere delle Big Tech. Dopo l’avvio, il 12 settembre, del primo grande processo dell’era digitale contro Google, accusata di operare in contrasto alle norme antimonopolio, ora tocca alla società fondata da Jeff Bezos.
Le motivazioni della Federal Trade Commission
La Ftc, insieme ai 17 Stati in causa (Connecticut, Delaware, Maine, Maryland, Massachusetts, Michigan, Minnesota, New Jersey, New Hampshire, New Mexico, Nevada, New York, Oklahoma, Oregon, Pennsylvania, Rhode Island e Wisconsin), sta cercando di ottenere un’ingiunzione permanente presso un tribunale federale che proibisca ad Amazon di continuare a tenere la sua condotta illegale e di allentare il controllo monopolistico per ripristinare la concorrenza.
“La causa punta a chiedere ad Amazon di rendere conto di queste pratiche monopolistiche e di ripristinare la promessa perduta di una concorrenza libera ed equa”, ha affermato in una nota Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission. Per l’agenzia incaricata di promuovere la tutela dei consumatori, oltre all’eliminazione e prevenzione di pratiche commerciali anti-concorrenziali, Amazon avrebbe impedito ai commercianti sulla sua piattaforma di offrire prezzi più bassi altrove, e li avrebbe costretti a spedire i prodotti con il suo servizio logistico nell’ottica di far parte del pacchetto di abbonamento Prime. Tali pratiche, sempre secondo l’accusa, avrebbero portato a prezzi più alti e a un’esperienza di acquisto peggiore per i consumatori.
In particolare, la tesi dell’Ftc è che Amazon violi la legge non perché sia un player colossale, ma perché mette in atto una condotta di esclusione che impedisce ai concorrenti attuali di crescere e a quelli nuovi di emergere. Soffocando la concorrenza sui prezzi, sulla selezione dei prodotti, sulla qualità e impedendo ai suoi rivali attuali o futuri di attrarre una massa critica di acquirenti e venditori, Amazon “si assicura che nessun rivale attuale o futuro possa minacciare la sua posizione dominante. I piani di vasta portata di Amazon hanno un impatto su centinaia di miliardi di dollari di vendite al dettaglio ogni anno, toccano centinaia di migliaia di prodotti venduti da aziende grandi e piccole e interessano oltre cento milioni di acquirenti”, spiega la Ftc nella nota.
“Abbiamo avviato questa causa perché la condotta illegale di Amazon ha soffocato la concorrenza in un’ampia fascia dell’economia online. Amazon è un monopolista che usa il suo potere per aumentare i prezzi per gli acquirenti americani e per far pagare commissioni altissime a centinaia di migliaia di venditori online”, ha aggiunto John Newman, vicedirettore del Bureau of Competition della Ftc. “Raramente nella storia del diritto antitrust statunitense un caso ha avuto il potenziale di fare così tanto bene a così tante persone”.
La posizione di Amazon: si rischia l’effetto boomerang
“La causa rende evidente come l’attenzione della Ftc si sia radicalmente allontanata dal suo mandato di protezione dei consumatori e della concorrenza. Le pratiche contestate hanno contribuito a stimolare la concorrenza e l’innovazione in tutto il settore della vendita al dettaglio e hanno comportato una maggiore scelta di prodotti, prezzi più bassi e velocità di consegna per i clienti di Amazon così come maggiori opportunità per le numerose aziende che vendono nello store di Amazon – sottolinea David Zapolsky, Senior Vice President, Amazon Global Public Policy & General Counsel dell’azienda -. Se l’Ftc dovesse prevalere, il risultato sarebbe un minor numero di prodotti tra cui scegliere, prezzi più alti, consegne più lente per i consumatori e un minor numero di soluzioni per le piccole imprese: l’opposto delle finalità per la quale la legge antitrust è stata concepita. L’azione legale presentata oggi dalla Ftc è sbagliata dal punto di vista fattuale e legale e siamo pronti a far valere le nostre ragioni in tribunale”.
In Italia retribuzioni al rialzo per gli addetti alla logistica
In Italia, intanto, Amazon aumenta a 1.764 euro la retribuzione lorda iniziale per i dipendenti della propria rete logistica. Si tratta di un incremento del 21% rispetto al 2019 e dell’8% rispetto ai salari di ingresso previsti per il quinto livello del Ccnl Logistica, Trasporto Merci e Spedizione. “L’iniziativa rientra nella nostra politica di revisione annuale degli stipendi, affinché sia garantita una retribuzione competitiva ai propri dipendenti”, spiega l’azienda in una nota. L’aumento riguarda sia i lavoratori a tempo indeterminato sia i contratti a termine. Salvatore Iorio, direttore delle risorse umane di Amazon Italia Logistica, ha sottolineato che “apprezziamo l’ottimo lavoro svolto dai nostri team durante tutto l’anno e siamo orgogliosi di offrire una retribuzione competitiva. In un contesto macroeconomico sfidante come quello attuale abbiamo continuato a investire e innovare per sostenere la crescita economica ed occupazionale nel Paese”.
Dal suo arrivo in Italia nel 2010, Amazon ha investito oltre 12,6 miliardi di euro creando più di 18mila nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato, di cui 4mila solo nel 2022, in circa 60 siti in tutto il Paese.