Gli Stati Uniti rischiano una Pearl Harbor digitale. Per prevenirlo, evitando attacchi su larga scala, le compagnie, in particolare banche, società di telefonia e gestori di servizi, dovrebbero investire nove volte di più sulla sicurezza delle loro reti rispetto a quanto fanno ora. A raccomandare un aumento della spesa dagli attuali 5,3 miliardi di dollari complessivi a 46,6 – investimenti necessari perché le diverse compagnie considerate cruciali siano in grado di respingere il 95% per cento degli attacchi – è uno studio di Bloomberg Government, che denuncia come le spie, i criminali e gli hacker stiano intensificando gli attacchi sulle reti delle corporation e del governo americano.
“Le conseguenze di un attacco ben riuscito contro infrastrutture di importanza critica rende le cifre necessario per prevenirlo spiccioli “, spiega Lawerence Ponemon, presidente del Ponemon Institute che ha collaborato alla ricerca.
La ricerca viene pubblicata poco prima della discussione, al Senato, di una nuova legge sulla cybersicurezza che il leader della maggioranza democratica, Harry Reid, presenterà in aula il 17 di questo mese. La legge dovrebbe seguire le linee guida indicate dal presidente Barack Obama, secondo cui sarà il dipartimento per la sicurezza interna a identificare le infrastrutture di importanza critica e a fissare gli standard di sicurezza a cui gli operatori di tali infrastrutture devono adeguardi. "E’ il momento di approvare leggi che assicurino che le compagnie su cui facciamo affidamento per fornire energia ai nostri ospedali, acqua a tuttu noi, supportare i nostri militari e far marciare l’economia di questo paese affrontino in modo adeguato i rischi di sicurezza delle reti", ha dichiarato di responsabile per la cybersicurezza della Casa Bianca, Howard Schmidt. Perchè, come riassume l’ex direttore della Cia e della Nsa, Michael Hayden, "siamo entrati in una nuova epoca di combattimento".