Disco verde del Consiglio dei ministri alla Global minimum tax. Nella riunione di oggi l’esecutivo ha approvato due decreti legislativi di attuazione della delega fiscale: quello sulla fiscalità internazionale, che contiene la global minimum tax, e quello su adempimenti e versamenti.
Che cos’è la Global Minimum Tax
La Global Minimum Tax è un’imposta del 15% che rientra nella riforma fiscale decisa a livello Ocse. A pagarla saranno i gruppi multinazionali o nazionali, big tech incluse dunque, con ricavi consolidati non inferiori 750 milioni di euro.
La riforma Ocse si basa su due pilastri:
- un nuovo sistema di imposizione delle multinazionali alle giurisdizioni in cui sono realizzati gli utili: le grandi aziende con un fatturato sopra i 20 miliardi di euro e una redditività superiore al 10 per cento dovranno pagare le imposte anche nei Paesi in cui svolgono le attività e non solo dove hanno la sede legale. La convenzione multilaterale di attuazione è stata approvata dall’Ocse lo scorso 11 ottobre;
- una tassazione minima effettiva pari ad almeno il 15 per cento per i grandi gruppi multinazionali con fatturato globale superiore a 750 milioni di euro per “ridurre le possibilità di erosione della base imponibile e di trasferimento degli utili”.
La global minimum tax rende esecutivo il secondo pilastro, che l’Unione europea aveva a sua volta inserito nella direttiva 2022/2053, recepita appunto nella delega fiscale licenziata dal Cdm di oggi. La direttiva determina le modalità tramite le quali i principi dell’aliquota fiscale effettiva del 15% saranno applicati nell’Ue. In Italia la tassa entrerà in vigore dal 1° gennaio 2024.
Le due regole della direttiva Ue
La direttiva introduce due regole volte proprio a colpire tutte le fattispecie con cui le grandi multinazionali riescono a schivare i propri obblighi nei confronti del fisco nazionale.
- l’imposta minima integrativa che devono pagare le imprese controllanti localizzate in Italia di gruppi multinazionali o nazionali in relazione alle imprese soggette ad una bassa imposizione, ovvero inferiore al 15 per cento, che fanno parte del gruppo;
- l’imposta minima suppletiva: a versarla una o più imprese di un gruppo multinazionale localizzate in Italia in relazione alle imprese che fanno parte del gruppo soggette ad una bassa imposizione quando non è stata applicata, in tutto o in parte, l’imposta minima integrativa equivalente in altri Paesi.