L’attuazione dell’accordo sulla minimum tax globale al 15% per le multinazionali sta compiendo progressi: è quanto afferma l’Ocse, dopo la pubblicazione di un nuovo rapporto sulla fiscalità consegnato ai ministri delle Finanze e ai Governatori delle banche centrali del G20 in vista della riunione di questo fine settimana in Indonesia (SCARICA QUI IL REPORT COMPLETO). Questo rapporto, si prosegue nella nota diffusa dall’organismo parigino, “contiene un nuovo traguardo sul Pilastro uno, che presenta una bozza completa delle regole di tipo tecnico che serviranno ad attuare il nuovo diritto di imposizione autorizzando le giurisdizioni di mercato a tassare i benefici realizzati da alcune delle più grandi imprese multinazionali”.
Il documento verrà ora sottoposto ad consultazione pubblica fino a metà agosto. “Sarà poi il Quadro inclusivo a finalizzare una nuova convenzione multilaterale entro metà del 2023, per un’entrata in vigore prevista nel 2024”, precisa l’Ocse, aggiungendo che questo nuovo calendario, “punta a consentire la massima partecipazione dei cittadini, delle aziende e degli organi parlamentari che dovranno in definitiva ratificare l’accordo”.
“Abbiamo molto progredito verso l’attuazione di un nuovo diritto di imposizione nel quadro del Primo pilastro del nostro accordo fiscale internazionale – si congratula il segretario generale dell’Ocse, Mathias Cormann – Si tratta di negoziati complessi e molto tecnici che riguardano nuovi concetti che trasformeranno radicalmente il quadro della fiscalità internazionale, che deve essere più equa ed adattata in modo migliore ad un’economia sempre più digitale e globale”: “Faremo più in fretta possibile per concludere questi lavori, ma prenderemo tutto il tempo necessario per elaborare correttamente le regole”, conclude Cormann.
Al lavoro anche sul Secondo pilastro
Il lavoro tecnico nell’ambito del secondo pilastro, che introduce un’aliquota minima globale dell’imposta sulle società del 15%, è in gran parte completato, con un quadro di attuazione che sarà pubblicato entro la fine dell’anno per facilitare l’attuazione e il coordinamento tra le amministrazioni fiscali e i contribuenti. Tutti i paesi del G7, l’Unione Europea, un certo numero di paesi del G20 e molte altre economie hanno ora programmato piani per introdurre le regole globali di tassazione minima.
Oltre all’aggiornamento su entrambi i Pilastri, il Rapporto aggiorna i progressi nell’attuazione dell’Agenda di Trasparenza. I dati più recenti raccolti dal Forum globale sulla trasparenza e lo scambio di informazioni a fini fiscali ospitato dall’Ocse mostrano che le informazioni su almeno 111 milioni di conti finanziari in tutto il mondo sono state scambiate automaticamente tra amministrazioni di tutto il mondo nel 2021, per un totale di quasi 11 trilioni di euro. Entro la fine dell’anno, l’Ocse finalizzerà un nuovo quadro di riferimento per le criptovalute e le modifiche allo standard comune di segnalazione dell’Ocse per garantire che i paesi possano continuare a beneficiare degli standard di trasparenza fiscale.
Come funziona la global minimum tax
Il sistema di tassazione prevede che le aziende, con entrate per oltre 20 miliardi di euro, possano essere tassate anche nei Paesi in cui avvengono effettivamente i consumi (e non in quelli in cui hanno la sede legale, come è accaduto fino ad ora). La tassa, inoltre, prevede che i Paesi che ospitano il quartier generale di queste aziende possano imporre una tassa minima di almeno il 15%. Nel caso in cui dovesse essere attuata la tassa globale, i Paesi europei offriranno alle aziende un credito fiscale per rimborsare tutte le somme versate in eccesso rispetto, appunto, all’imposta globale. L’entrata in vigore è prevista nel 2023.
L’accordo poggia su due pilastri: il primo prevede che le aziende con entrate per oltre 20 miliardi di euro possano essere tassate anche nei Paesi dove avvengono i consumi. Il secondo prevede che i Paesi che ospitano il quartier generale delle multinazionali possano imporre una tassa minima di almeno il 15% in ciascuna delle nazioni in cui operano.