CENSURA

Gmail sbloccato in Iran, ma YouTube resta nel mirino

Dopo una settimana al buio torna accessibile il servizio di posta bloccato da Teheran. Sotto la lente ancora YouTube, usato dai dissidenti per attaccare il presidente Ahmadinejad

Pubblicato il 01 Ott 2012

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L’Iran ha eliminato i blocchi online su Gmail, introdotti il 24 settembre scorso, ma sta preparando ulteriori misure di censura nei confronti di YouTube. Questa mattina gli utenti online iraniani hanno avuto accesso a Gmail per la prima volta dopo il blocco stabilito dal Governo di una settimana fa.

La versione di connessione sicura Https di Google è tornata accessibile dopo essere stata sporadicamente bloccata; la versione non sicura Http, invece, non era mai stato bloccata.

Abdolsamad Khoramabadi, membro della commissione ministero delle Telecomunicazioni che ha il compito di filtrare il content online, aveva annunciato la scorsa settimana che “Google e Gmail avrebbero subito filtri a livello nazionale…fino a ulteriore comunicazione”. Mohammad Reza Miri, un altro membro della commissione ministeriale, ha detto all’agenzia di stampa Mehr che il blocco di Gmail è stato una conseguenza “involontaria” nel tentativo di rafforzare la censura sul sito di file-sharing YouTube, che appartiene sempre a Google.

“Non abbiamo sfortunatamente sufficienti competenze tecniche per differenziare i due servizi. Volevamo bloccare YouTube ed è stato bloccato anche Gmail”, conseguenza che “è stata involontaria”, ha detto, “Assolutamente non vogliamo che YouTube sia accessibile. Ecco perchè il ministero delle Telecomunicazioni sta cercando una risoluzione per risolvere il problema per bloccare YouTube sotto il protocollo Https lasciando accessibile Gmail. Tutto questo accadrà presto”.

La repubblica islamica attua la censura sul sito di condivisione di video più famoso al mondo da metà 2009, dopo che i manifestanti dell’opposizione che contestavano la vittoria elettorale del presidente Mahmoud Ahmadinejad in elezioni a loro giudizio macchiate da frodi hanno cominciato a postare i video delle loro manifestazioni di protesta. Un sito internet di Google che monitora la quantità di traffico in ciascun Paese dimostra che YouTube è stato effettivamente censurato da allora, perché il traffico è sensibilmente diminuito.

In Iran, secondo le stime, ci sono 34 milioni di internauti e le restrizioni su Gmail e Google hanno procurato parecchie critiche alle autorità del regime.

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