Sempre più digitale nel futuro di Siemens. I grandi temi legati all’efficienza energetica e all’automazione industriale “classica” rimangono naturalmente sul tavolo. Ma analytics (specialmente nell’ambito della diagnostica medica), soluzioni Industry 4.0 e applicazioni per la mobilità urbana, rappresenteranno, allacciandosi alla ricerca sull’intelligenza artificiale, il nuovo nucleo delle attività del colosso tedesco. Anche in Italia, dove stamattina Federico Golla, presidente e amministratore delegato di Siemens Spa, ha incontrato la stampa per commentare i risultati finanziari dell’anno 2015. Con un fatturato di 1,773 miliardi di euro, il gruppo ha guadagnato due punti percentuali rispetto al 2014, quando le revenue ammontavano a 1,745 miliardi. “In tempi normali non si commenta una performance del genere”, ha detto Golla. “Ma in tempi di crisi persistente, direi che il dato è molto buono. Ottimo, se comparato con quello di altri player. Se poi consideriamo il business proveniente dai mercati internazionali, ossia il giro di affari realizzato da Siemens con clienti italiani, il valore generato arriva a circa 2 miliardi di Euro. L’anno scorso abbiamo inoltre registrato un aumento dell’8% dell’ordinato, che si riverserà in termini di fatturato nel 2016 e nel 2017. Possiamo quindi dire che il mercato è ripartito e che abbiamo recuperato quota”.
Il numero uno di Siemens Italia ha sottolineato che il gruppo sta marciando spedito lungo la rotta tracciata fino al 2020: dopo la definizione di una precisa direzione strategica e il consolidamento operazionale, ora è il momento dell’ottimizzazione del portafoglio di attività, a cui seguirà la crescita accelerata (endogena e per acquisizioni) sui temi rilevanti. “Crescere aumenta la marginalità dell’azienda, toglie qualcosa ai concorrenti e genera vantaggio competitivo rispetto ai tempi del mercato. Abbiamo quindi diversi buoni motivi per voler crescere”, ha confermato Golla, precisando però che le future acquisizioni, a differenza di quanto avvenuto a volte in passato, non punteranno più a mettere insieme nuovo fatturato e nuovi clienti, ma a focalizzare l’impegno sugli obiettivi di lungo termine, sostenuti anche da investimenti in R&D pari al 6% del fatturato. Sul piatto, novità estrema per Siemens, ci sono pure le startup (nello specifico le più interessanti tra quelle focalizzate su smart manufacturing e healthcare), che il gruppo identificherà e finanzierà attraverso una fondazione ad hoc, Innovation AG
Secondo questa prospettiva, il versante dell’elettrificazione dovrebbe crescere del 2.3%, quello dell’automazione (intesa ancora in senso tradizionale) del 4-6%, mentre quello della digitalizzazione con un tasso del 7-9%. “Tutto non si può fare: abbiamo quindi deciso di concentrarci su pochi settori sani in cui è possibile conquistare un elevato market share. E gradualmente abbandoneremo il mondo dei prodotti per entrare in quello delle soluzioni prima e delle applicazioni poi”, ha detto Golla.
Il processo ha a che fare con la verticalizzazione dei software che avvieranno la rivoluzione dell’Industry 4.0. Quando si concretizzerà il fenomeno, specialmente in Italia, è ancora difficile stabilirlo. “Industry 4.0 è un termine tedesco che abbiamo importato e che in realtà non definisce un vero e proprio salto quantico delle soluzioni di automazione”, ha detto Golla. “È piuttosto un’evoluzione che avrà consistenza solo se ci sarà larga adesione dal mondo industriale. Per l’Italia, nello specifico, servirebbe una Industry 4.0 ‘light’, a uso e consumo della Pmi. Non è infatti pensabile, oggi, proporre le piattaforme di ultima generazione ai piccoli produttori di parti meccaniche che costituiscono l’ossatura della manifattura tricolore. Ci arriveremo, ma dobbiamo trovare il modo di creare questo sistema leggero per agevolare l’integrazione della PMI. Senza comunque dimenticare che in Italia ci sono anche realtà come Finmeccanica e Fca (per cui Siemens ha contribuito alla creazione del nuovo stabilimento Maserati di Grugliasco, ndr). Esistono quindi interpretazioni dei fatti e possibili curve di crescita molto differenti”.