Google-Antitrust Ue, forse siamo alla svolta. Nell’aprile 2015 l’Europa ha accusato Google di pratiche monopolistiche. Fra le altre cose nel mirino antitrust è finita la priorità data da Google Shopping ai propri prodotti. Accuse che potrebbero portare a sanzioni di 66 miliardi di dollari. Google finora ha rilasciato varie dichiarazioni, a proposito. Ma oggi ha fatto avere agli uffici di Bruxelles una risposta formale di 130 pagine svelata dal Wall Street Journal secondo cui il dossier no fa trasparire nessuna mediazione: secondo alcuni osservatori americani, è il segnale della lunga battaglia a cui l’azienda di Mountain View si prepara a combattere.
Una mossa – la presentazione del documento – cui ha subito replicato Margrethe Vestager commissaria Ue alla concorrenza: “E’ ancora incerto se il caso finirà con una multa o un accordo” prospettando quindi una possibile trattativa.
Già in agostoda Google era arrivata una risposta tutt’altro che riappacificante, con un post sul blog ufficiale, dal titolo “Migliorare la qualità non è anti-concorrenziale”. E oggi la situazione si inasprisce ulteriormente. Dal documento da 130 pagine che sta circolando in Rete, emerge la posizione durissima di Alphabet (la holding creata da Google, ndr) nei confronti di Bruxelles. Secondo i californiani, non solo “non ci sono le basi” per imporre una pena pecuniaria, ma addirittura la Commissione Europea sarebbe rea di un voltafaccia inspiegabile. Secondo Alphabet “la tesi sulla quale si basano le conclusioni preliminari è talmente ambigua che per ben tre volte la stessa Commissione aveva dichiarato risolto il caso”.
Per questo si chiede all’Antitrust di “spiegare il suo cambiamento di posizione visto che Almunia, l’ex commissario, nel gennaio 2014 aveva detto che una terza proposta di patteggiamento era in grado di risolvere le preoccupazioni sulla competizione della Ue, mentre la Ue nel settembre di quell’anno avvertì Google che l’intesa proposta non era sufficiente e che l’azienda doveva offrire di più”. Circa l’ipotesi della multa secondo Google “non ci sono precedenti per classificare il comportamento di Google come un abuso illegale, e le regole devono essere chiare in anticipo”.
Il documento, inoltre, accusa l’Ue di aver analizzato il business dell’e-commerce senza entrare nel merito della rapida crescita di alcuni motori verticali: “Gli utenti hanno una enorme (e in espansione) gamma di opzioni per la ricerca di prodotti, ma l’Ue non tiene conto di centinaia di altri aggregatori e ignora il notevole successo delle piattaforme come Amazon e eBay”.
A questo punto la Ue potrebbe prendere una decisione entro i prossimi 12 mesi (anche se i denuncianti sperano che una sentenza possa arrivare entro gennaio prossimo). Ma alla fine l’impugnazione sembra inevitabile. La guerra legale potrebbe chiudersi solo entro cinque anni.