Google accelera sulla strategia di produrre “in casa” i propri chip, e ha dato il via a una campagna di assunzioni rivolta a ingegneri specializzati per il nuovo sito di Bangalore, in India. Negli ultimi mesi le assunzioni ammontano già a 12, ma sono destinate ad aumentare rapidamente man mano che il progetto prenderà una forma sempre più definitiva. Ad anticipare la notizia è Reuters, che ha analizzato le posizioni aperte in Alphabet, holding che controlla Google, e ha interpellato sul merito alcuni analisti e addetti ai lavori, senza però ottenere nessun commento da BigG.
Tra l’altro il nuovo sito di Bangalore non era finora mai mai stato citato e mette Google nella posizione di essere La prima delle grandi piattaforme attive su Internet da avventurarsi sulla strada dello sviluppo in proprio dei chip creando un gruppo di lavoro ad hoc.
Secondo Jim McGregor, analista specializzato in semiconduttori per Tirias Research, sottolinea il fatto che Bangalore sia un luogo strategico per i progettisti di chip, dove molti dei giganti del settore hanno stabilito una presenza negli ultimi anni.
BigG è attiva nel campo della progettazione dei chip già dal 2014, producendo i microprocessori per i server dei propri data center, e per processar le immagini sui propri smartphone Pixel. Il progetto è ora quello di fare un salto di qualità “personalizzando” per i propri device alcuni componenti chiave, rendendoli più potenti ed efficienti, facendo così a meno di componenti esterni. La nuova produzione potrebbe essere destinata agli smart speaker, ai router e ai dispositivi per la sicurezza, nell’ottica di mettere a punto soluzioni sempre più potenti ed efficienti per l’analisi del linguaggio naturale e delle immagini.
Finora la campagna di assunzioni ha riguardato per la precisione 16 ingegneri esperti e quattro “cacciatori di teste” con il mandato di “sfilare” alla concorrenza e ai big del settore personale da sistemare nella propria divisione “GChips”. E secondo le previsioni la squadra potrebbe presto arrivare a contare su 80 persone. Per il momento le posizioni aperte in Google a Bangalore risultano 13. A confermarlo sono anche alcuni profili Linkedin di personale specializzato, con alcuni ingegneri che hanno aggiornato i loro curricula dicendo di lavorare per il “silicon site” di Google a Bangalore dopo essere usciti da Broadcom ed Intel.
In parallelo intanto proseguono le attività di ricerca di Google in Silicon valley per testare e considerare a fondo tutte le nuove idee prima di iniziare la produzione.
Google non è l’unica compagnia impegnata nella strategia della produzione in proprio dei chip: nella stessa direzione si erano già mossi recentemente anche Microsoft e Facebook negli Stati Uniti, mentre Amazon ha stabilito una task force a Tel Aviv, in Israele.