La maggior parte dei servizi di Google sono inaccessibili per gli utenti cinesi. A prendere la decisione di bloccare le ricerche, oltre che la posta elettronica di Gmail, Calendar e Translate, è stato il Governo di Pechino, che in concomitanza con il 25esimo anniversario delle proteste degli studenti in piazza Tienanmen ha voluto evitare che tramite i servizi di Mountain View possano diffondersi idee che mettano in difficoltà le autorità.
Non è la prima volta che la Cina prende decisioni del genere nei confronti di Google: già nel 2012 il motore di ricerca era stato bloccato per 12 ore, secondo la denuncia di GreatFire.org, agenzia che monitora la censura sul web.
“È il più grande attacco a Google fatto dalla Cina – hanno detto da GreatFire.org al New York Times – Forse può essere paragonato alla prima volta che Pechino bloccò Internet negli anni ’90”, mentre Facebook, YouTube e Twitter sono completamente e da sempre interdetti agli utenti cinesi.
Secondo i dati pubblicati dal quotidiano della grande mela il traffico di Google in Cina durante il fine settimana è crollato del 50%, nonostante il Governo di Pechino neghi di aver fatto qualcosa per ostacolare i servizi del motore di ricerca, a dispetto delle rilevazioni delle agenzie indipendenti che vigilano sul web.
Gli attivisti di GreatFire.org, intanto, hanno reso pubblico un mirror attraverso il quale è possibile aggirare i blocchi nelle ricerche: per neutralizzarlo il governo dovrebbe mandare off-line migliaia di aziende cinesi, con le ripercussioni economiche del caso.