Anche Google diventa terreno di lotta tra Barack Obama e Mitt Romney. Entrambi gli aspiranti alla Casa Bianca hanno adottato in questi mesi di campagna elettorale una strategia pubblicitaria chiamata “brand hijacking”: in pratica se si cerca su Google “Barack Obama” appaiono anche informazioni pubblicitarie relative a Mitt Romney e viceversa.
È una pratica commerciale già usata da diverse aziende in base alla quale il gigante dei motori di ricerca fa pagare gli inserzionisti perché il loro messaggio appaia come informazione pubblicitaria insieme ai risultati della ricerca di altri prodotti o imprese concorrenti.
Secondo le stime di Rise Interactive, azienda di marketing digitale con sede a Chicago, sia il candidato democratico sia quello repubblicano hanno speso decine di migliaia di dollari da luglio a settembre per il “brand hijacking”. Una piccola parte del budget complessivo per la campagna elettorale di entrambi che dovrebbe raggiungere i 2 miliardi di dollari.
In passato Google si è vista intentare cause giudiziarie per l’applicazione del “brand hijacking”. Per esempio Geico (assicurazioni automobilistiche) ha portato in tribunale nel 2004 il colosso fondato da Larry Page e Sergey Brin. Più di recente Rosetta Stone, produttore di software, ha intentato una causa per simili motivi ma poi ha lasciato perdere e ha preferito stringere una collaborazione con Google nella lotta ai prodotti contraffatti. Secondo Rebecca Tushnet, docente di legge al Georgetown University Law Center, questa strategia pubblicitaria “non viola le leggi di mercato se non c’è confusione relativa a cosa si sta promuovendo. Noi la chiamiamo semplicemente competizione. Se una persona non ha la mente confusa, il fatto che possa giudicare Obama in modo diverso dopo aver visto una pubblicità su Romney non è una cosa dannosa in sé, è il mercato che funziona”.
Non c’è solo Google a inasprire la lotta tra i due candidati, che si concluderà domani con le elezioni. Barack Obama ha più fans su Facebook – 31,7 milioni di “likes” contro gli 11,9 milioni del rivale – ma la pagina Fb del repubblicano attira più commenti: 2,5 milioni, superiori ai 2,34 del presidente uscente.