IL CASO

Google “cancella” la Palestina e scoppia il caso geopolitico

Su Maps i territori accorpati allo stato di Israele. La denuncia a firma del foro dei giornalisti palestinesi: “Falsificata storia, geografia e diritti dei cittadini”. La difesa di Mountain View: “Mai modificate le informazioni che riguardano la Regione”

Pubblicato il 09 Ago 2016

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Google finisce nel mirino del sindacato “Foro dei giornalisti palestinesi“, che accusa il gigante di Mountain Veiw di aver “cancellato” la Palestina da Google Maps. La risposta dell’azienda arriva attraverso il quotidiano spagnolo El Pais, a cui l’azienda americana ha detto di non aver modificato le informazioni che riguardano la regione.

Nella versione attuale di Google Maps, non compare la denominazione “Palestina”, mentre si legge il nome di Israele sui territori dello Stato ebraico. Digitando, però, Cisgiordania o Striscia di Gaza, i territori vengono evidenziati correttamente. Secondo il sindacato di giornalisti palestinesi che ha sollevato il caso, si tratta di “un piano di Israele per stabilire definitivamente il suo nome come stato legittimo per le future generazioni abolendo la Palestina per sempre”. Da qui l’accusa di voler “falsificare la storia, la geografia e il diritti dei palestinesi ad avere una patria“.

Dalla poemica è nata anche una petizione su Change.org, in cui si chiede a Google di indicare la Palestina sulle mappe, che ha raggiunto nel giro di pochi giorni oltre 188mila sostenitori.

La stessa Google nel 2013 aveva fatto notizia cambiando l’intestazione della schermata iniziale dell’edizione palestinese da “Territori palestinesi” a “Palestina”, pochi mesi dopo il riconoscimento da parte dell’Assemblea generale dell’Onu alla Palestina dello status di Paese osservatore non membro, al pari del Vaticano.

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