SICUREZZA

Google cars, allarme Fbi: “Possono essere armi letali”

Secondo la polizia federale le vetture potrebbero favorire i criminali che avrebbero le mani più libere per sfuggire alla legge. Il report pubblicato dal Guardian

Pubblicato il 16 Lug 2014

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Le auto senza conducente di Google potrebbero rimanere solo un prototipo, ma stanno già scatenando dibattiti tra le forze dell’ordine americane.

Il quotidiano inglese Guardian è riuscito infatti a ottenere un report riservato dell’Fbi in cui gli avveniristici veicoli sono definiti “rivoluzionari” e capaci “di trasformare ciò che la polizia e i suoi avversari possono fare con una macchina”. L’idea è che possano diventare delle “armi letali”.

In uno degli scenari più temuti dall’agenzia di investigazione statunitense le “Google car” potrebbero essere utilizzate dai criminali per sfuggire alle maglie della legge, che non dovendo guidare avrebbero le mani libere per altre mansioni: ad esempio sparare dal finestrino alle pattuglie che li inseguono.

Nel report si legge: “L’autonomia (di cui le auto saranno dotate) renderà la mobilità più efficiente”, ma aprirà anche a nuovi modi
in cui “un’auto potrà diventare un’arma potenzialmente ancora più letale di quanto lo sia oggi”.

La Google car che si guida da sola ha fatto la sua comparsa da poco più di un mese. Senza volanti e pedali, “l’ovetto a due ruote” di Montain View viaggia a massimi di circa 40 chilometri orari e può rilevare oggetti fino all’equivalente di “due campi da football”: più di 200 metri. A differenza delle autonomous car, l’auto non richiede nessun genere di intervento umano: il volante che non si vede è affidato a software e sensori, con viaggi “attivabili” a un clic sullo schermo.

Certo, dall’esperimento al mercato il passo sarà lungo. Anche se Sergey Brin ha parlato del 2017. “Le metteremo sul mercato quando tutti i possibili test saranno fatti. Diciamo che io conto che siano pronte quando mio figlio avrà l’età per guidare, tra cinque anni e mezzo”, ha però chiarito il capo progetto di BigG, Chris Urmson.

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