“In quello che è forse il momento di maggiore distanza e polemica tra il mondo delle Telco e quello degli Ott, ci tengo a dire che stiamo parlando di due industrie simbiotiche, e che facciamo un errore tragico se passa il messaggio che una sfrutta l’altra per generare guadagni ingiusti. Sono d’accordo sul fair share, e penso sia necessario che ciascun player contribuisca a rafforzare l’equilibrio dell’ecosistema, con una giusta divisione dei costi e delle responsabilità, ma non sono d’accordo sulla tassa su internet, perché prende in considerazione solo un pezzetto di quell’ecosistema”. L’ha detto Diego Ciulli, Head of Government Affairs and Public Policy Google Italy, commentando all’edizione 2023 di Telco per l’Italia, di scena oggi a Roma, il termine della consultazione lanciata dalla Commissione europea per capire se e in quale misura le piattaforme digitali dovranno economicamente contribuire alla realizzazione delle nuove reti.
Il traffico degli Ott? Un falso argomento
“Il peso del traffico dei dati generati dalle piattaforme digitali sui network creati dagli operatori potrebbe essere un argomento valido, se fosse vero”, ha rilanciato Ciulli, sottolineando come negli ultimi anni Vodafone abbia ridotto il costo del traffico del 70%, mentre YouTube ogni anno riesca a comprimere il consumo di banda di oltre il 10%. “E non si tratta di beneficenza. Il tema è decisamente più pragmatico: se la rete si sovraccarica e va giù, i nostri utenti non possono fruire dei nostri servizi e noi non facciamo i soldi. Ecco perché lavoriamo costantemente per far sì che le piattaforme funzionino anche quando la banda è più debole. C’è poi un altro mito da sfatare”, ha continuato il manager di Google. “Il traffico generato dalle nostre applicazioni pesa solo per l’1% sulle infrastrutture delle Telco, perché i dati girano per il 90% del percorso sulle nostre reti prima di arrivare all’ultimo miglio”.
L’importanza di concentrarsi sulle sinergie
Dopo aver chiarito la posizione di Google, Ciulli, ha evidenziato l’importanza strategica delle sinergie. “Tre anni fa, quando scoppiò la pandemia, lavorando insieme siamo riusciti a permettere a tutte le scuole italiane di attivare la didattica a distanza nel giro di poche settimane. E non avevamo a disposizione più infrastrutture, abbiamo semplicemente compresso il traffico. Ecco, a mio parere dovremmo concentrarci sulle cose belle che facciamo insieme, anche perché non c’è alternativa, visto che il traffico di dati – basti pensare alla rapida diffusione della Tv connessa – è destinato a esplodere nei prossimi anni”.
Del resto Google è già parte attiva nella creazione di infrastrutture di rete ad alto potenziale. “Il consorzio e la collaborazione con Sparkle per la posa del cavo BlueMed fanno parte di uno dei più grossi investimenti globali del gruppo. È un esempio perfetto di come Telco e Ott siano industrie sinergiche, in grado di realizzare economie di scala che riescono ad abbattere costi folli. Nonostante continueremo a sostenere questo tipo di investimenti, comunque, non potremo mai definirci, nemmeno in parte, una Telco. Anche perché l’investimento su cavi non sostituisce ma alleggerisce il peso che gli operatori di rete devono sopportare, visto che l’infrastruttura che contribuiamo a realizzare non è destinata al traffico dell’intera Internet, ma a quello generato dai nostri contenuti”.