L’anno scorso, di questi tempi, parlai sul “Corriere delle comunicazioni” di Google Glass, il progetto di occhiali hi-tech che sono uno smartphone più un social network indossabile, con una combinazione di dispositivi della visione e della connessione. Non è passato molto tempo ed adesso viene annunciato il lancio degli occhiali, che hanno anche un prezzo di lancio, 1.500 dollari.
Non sappiamo se questo nuovo bundle di funzioni incontrerà il gusto del pubblico. L’iPod e il tablet ci sono riusciti, il videofonino no. Sicuramente, se gli occhiali saranno un fallimento sarà archiviata solo quella particolare configurazione; adeguatamente smontate e rimontate in altro modo, troveremo gran parte di quelle funzioni in altri strumenti che ci saranno proposti. Sono tutti dispositivi che “consumano” connessione Internet e dunque possono guidare quella corsa alla banda sempre più larga che dovrà sorreggere la domanda di Ngn, reti di nuova generazione, in una concorrenza fortissima sviluppata tra alcuni grandi player molto disomogenei fra loro.
Microsoft non è Sony, Apple non è Google, o Samsung; la loro estrazione è diversa, varia la composizione dei loro prodotti fra hardware e software, elettronica di consumo o sistemi operativi per computer, applicazioni o smartphone. Tuttavia insieme convergono sulla ricerca di nuovi dispositivi integrando software e hardware nel modo migliore per sfruttare le reti.
Nel Novecento la concorrenza è stata una concorrenza fra narrative, fra prodotti, fra stili, con una relativa persistenza dei dispositivi (cinema, televisione), che erano gli stessi per tutti: una sorta di ring su cui i vari prodotti audiovisuali contendevano per il predominio. Oggi ognuno si inventa il suo ring e cerca di vendercelo.
Noi consumatori siamo convocati a provare questi oggetti nuovi, che potremo amare o lasciare da parte, decretandone la fortuna o la brusca cancellazione.
È un’estensione di un potere del consumatore nato nel Novecento davanti al televisore domestico.
La progettazione della società sembra spostarsi dentro i grandi conglomerati, e noi diventiamo un’immensa indagine di mercato. Si tratta di una funzione creativa ma anche dirigente: politiche pubbliche (come il wi-fi libero) sono strettamente collegate a una forte domanda, e dunque al possesso di dispositivi che le richiedono, o al desiderio di possederli.