Il suo nome è ancora sinonimo di ricerca in Internet ma, mentre la maggior parte degli utenti sta passando a dispositivi mobile, Google rischia di diventare meno rilevante e di perdere terreno anche sul fronte delle pubblicità: il passaggio dal web alle app potrebbe togliere dalle tasche del gruppo circa 50 miliardi di dollari in entrate pubblicitarie. Per questo motivo l’azienda di Mountain View sta cercando di rivedere la sua strategia. Come? Spingendo i suoi utenti a scaricare l’applicazione mobile del motore di ricerca, che ha deciso di “costruire” sul modello della sua pagina Internet: contiene link diretti alle applicazioni di siti come Wikipedia, Expedia e OpenTable, in modo da facilitare la vita agli utenti che attraverso le app possono avere una visualizzazione migliore sui loro dispositivi mobili.
Google sa che i link diretti alle app sono fondamentali: gli utenti passano l’80% del loro tempo in Internet sulle app e solo il 20% sui siti in versione mobile. Resta difficile per il colosso di Mountain View riuscire ad attirare il maggior numero possibile di sviluppatori e così avere i link diretti nella sua applicazione per la ricerca sui telefonini. Da ultimo Google starebbe cercando un accordo con Apple per riuscire a fare la stessa cosa anche su iPhone e iPad e non solo in ambiente Android.
“Le ricerche sono la porta per avere accesso al Web, ma non si può dire la stessa cosa per il mobile – spiega Simon Khalaf, ceo della società di analisi Flurry – Quando le persone prendono i loro smartphone aprono le app e non vanno su google.com”.
Per ora Google non vende pubblicità all’interno della sua app di ricerca su telefonini, ma secondo diversi analisti citati dal Wall Street Journal dovrebbe iniziare a farlo a breve. Il gruppo californiano non ha comunque commentato e non ha confermato la
possibilità che entro l’anno inizierà a pubblicare inserzioni sulla sua applicazione.
Oltre alle app Google spinge sulle tecnologie indossabili. Dopo i Google Glass adesso si punta su smartwatch, dispositivi per il fitness e perfino le giacche: tutti oggetti che potranno essere equipaggiati con il suo sistema operativo Android. Tra due settimane verrà diffusa una versione destinata ai dispositivi indossabili, ha riferito Sundar Pichai, a capo delle attività su Android e Chrome (il browser internet di Google), parlando a margine di una conferenza in Texas.
L’annuncio ha subito alimentato ipotesi sulla possibilità che il gruppo stia sviluppando qualche nuovo dispositivo, rileva il Financial Times, come uno smartwatch o perfino una giacca “smart”. Peraltro Google è consapevole di doversi muovere anche con una certa rapidità. Perché se sugli smartphone ha una posizione di leadership, con due terzi degli apparecchi in circolazione che utilizzano Android, quello degli altri tipi di dispositivi portatili è un settore nascente dove le quote di mercato sono tutte da decidere.