L’Iran ha bloccato l’accesso a Google e a Gmail, il servizio di posta elettronica del motore di ricerca molto usato nel paese. La misura è stata adottata questa mattina dal governo dei Teheran ed è la prima mossa concreta verso la realizzazione di una rete Internet nazionale, separata da quella convenzionale.
La settimana scorsa il Washington Post ha parlato con dovizia di particolare dei progetti decennali di Teheran di realizzare una rete Internet in-house, allo scopo di controllare meglio il dissenso e proteggere il programma nucleare del paese da eventuali rischi di cybercrime.
Già il mese scorso, il ministero delle Comunicazioni e della Tecnologia di Teheran aveva svelato l’intenzione di voler spostare le informazioni sulle agenzie governative e sulle attrezzature militari all’interno della nuova rete internet entro la fine di settembre. Teheran dispone di filtri potenti per selezionare e controllare i contenuti online nel paese.
Alcuni ricercatori dell’università di Pennsylvania in un rapporto sostengono che che vi siano già segnali di una capacità di filtraggio delle autorità iraniane sui siti delle università e su quelli ministeriali all’interno della nuova rete internet in fase di collaudo. Questo sistema di sorveglianza sofisticata sarebbe stato fornito dall’azienda cinese Huawei, che ha prontamente smentito qualsiasi contatto con il governo iraniano nel progetto.
La nascita della nuova rete internet preoccupa anche gli attivisti per il possibile ulteriore restringimento della libertà di comunicazione in Iran. “Siamo preoccupati non solo dal punto di vista dei diritti umani, ma anche dal punto di vista dell’integrita’ di internet – ha detto David Bauer, vice assistente segretario all’Ufficio per la Democrazia, diritti umani e lavoro del Dipartimento di Stato americano – Quando un paese seziona parti del web, la cosa non danneggia solo i suoi cittadini, ma quelli di tutto il mondo”.
La nuova rete non rimpiazzerà totalmente quella vecchia. Per gli iraniani, tuttavia, essa potrebbe risultare una buona alternativa ad essa, alla quale spesso si accede solo tramite connessione remota. La velocita’ di internet in Iran viene spesso ridotta per rendere certe attività, come vedere filmati in streaming, impossibili. Molti siti, come Facebook e Youtube, vengono bloccati dal governo. Se la nuova rete divenisse del tutto operativa, le autorità avrebbero la possibilità di controllare meglio il traffico in internet, negando l’accesso nei periodi di particolare tensione tra societa’ civile e governo.
“La ragione principale per cui si lavora a questo progetto è la sicurezza – dice Moussavi Khoeini, un ex riformista iraniano e membro del parlamento ora in esilio – Il governo può anche dire che lo fa per velocizzare internet, ma la ragione è la sicurezza”.