Google, il colosso tecnologico, festeggia il suo 25° compleanno questo mese. Sundar Pichai, ceo di Google e Alphabet, coglie con una lettera pubblica l’occasione per riflettere sul quarto di secolo di progressi tecnologici dell’azienda e condividere alcune riflessioni sull’importanza dell’intelligenza artificiale (definita “il più grande cambiamento tecnologico, più dirompente anche del passaggio dall’informatica desktop a quella mobile, che potrebbe persino superare Internet”).
Pichai sottolinea inoltre come la tecnologia abbia rivoluzionato il modo in cui le persone comunicano, passando dalla lenta consegna delle lettere all’invio istantaneo di messaggi e foto tramite smartphone.
Da motore di ricerca a soggetto trasformativo dell’economia digitale
“La tecnologia di ricerca – afferma Pichai – ha gettato le basi affinché Google potesse avere un impatto economico dirompente. Le nostre piattaforme e i nostri strumenti pubblicitari sono nati con una premessa semplice quanto la ricerca stessa: aiutare le aziende a raggiungere i clienti che stavano già cercando il tipo di prodotti e servizi da loro offerti. Era una piattaforma che piaceva soprattutto alle piccole imprese, come l’azienda di vendita per corrispondenza di aragoste che è stata la prima ad iscriversi. E come la ricerca stessa, la possibilità per qualsiasi azienda di fare pubblicità online ha avuto un impatto davvero trasformativo, aiutando milioni di aziende a diventare parte dell’economia digitale. Naturalmente, Google oggi è più di una casella di ricerca. Disponiamo di 15 prodotti Google che servono ciascuno più di mezzo miliardo di persone e 6 aziende che servono ciascuno più di 2 miliardi di utenti“.
Intelligenza artificiale: “Qui il vero cambiamento”
Il ceo ha poi sottolineato come i cambiamenti tecnologici siano diventati una seconda natura per le nuove generazioni, mentre ciò che una volta sembrava fantascienza per i loro genitori è diventato normale per loro, esprimendo la sua fiducia nel potenziale delle future generazioni nel costruire e inventare nuove tecnologie. In questo quadro, ha messo in luce l’impegno di Google nel promuovere l‘intelligenza artificiale in modo responsabile, affrontando le complessità e i rischi associati a questa tecnologia.
“Google ha investito nell’intelligenza artificiale fin quasi dall’inizio – scrive Pichai -. Siamo stati tra i primi a utilizzare l’apprendimento automatico nei nostri prodotti, a partire dai primi anni 2000, per correzioni ortografiche, miglioramento della qualità degli annunci e visualizzazione di suggerimenti e consigli. Poi, all’inizio degli anni 2010, c’è stato un vero entusiasmo per le reti neurali profonde. Ricordo di aver guardato con ammirazione il team di ricerca che ci mostrava i progressi che avevano fatto con il riconoscimento delle immagini, guidati dalle scoperte nelle reti neurali. È stato il primo momento in cui ho pensato: questo cambierà davvero tutto! Questo progresso ha influenzato profondamente il mio pensiero, quando sono diventato ceo nel 2015, secondo cui Google dovrebbe trasformarsi in un’azienda incentrata sull’intelligenza artificiale“.
Intelligenza artificiale al centro della trasformazione della società
Le scoperte tecnologiche che ne sono seguite – prosegue il ceo – “hanno portato ad alcune delle nostre più incredibili innovazioni di prodotto. I risultati di ricerca per query complesse sono diventati molto più utili grazie a modelli linguistici di grandi dimensioni. Abbiamo creato modi completamente nuovi affinché le persone possano esprimere ciò che cercano attraverso la voce, le immagini e persino ponendo domande su ciò che vedono con la ricerca multipla. Ora, l’intelligenza artificiale generativa ci sta aiutando a reimmaginare i nostri prodotti principali in modi entusiasmanti. E all’inizio di quest’anno abbiamo lanciato Bard, un primo esperimento che consente alle persone di collaborare con l’intelligenza artificiale generativa”.
“Ciò include anche l’impegno negli importanti dibattiti su come tali tecnologie plasmeranno la nostra società, per poi trovare insieme le risposte – aggiunge Pichai -. L’intelligenza artificiale è una parte fondamentale in questo. Per quanto siamo entusiasti del potenziale dell’intelligenza artificiale a beneficio delle persone e della società, comprendiamo che l’intelligenza artificiale, come qualsiasi tecnologia iniziale, comporta complessità e rischi. Il nostro sviluppo e utilizzo dell’intelligenza artificiale devono affrontare questi rischi e contribuire a sviluppare la tecnologia in modo responsabile”.
Il futuro? “L’AI sarà al centro di tutto”
E il futuro? “Guardando al domani – prosegue il ceo – ho riflettuto sull’impegno contenuto nella lettera del nostro fondatore originale nel 2004: Sviluppare servizi che migliorino la vita di quante più persone possibile, fare le cose che contano. Con l’intelligenza artificiale abbiamo l’opportunità di fare cose che contano su scala ancora più ampia. Stiamo appena iniziando a vedere di cosa sarà capace la prossima ondata tecnologica e quanto velocemente potrà migliorare”.
Nel corso del tempo – chiarisce ancora -, l’intelligenza artificiale “rappresenterà il più grande cambiamento tecnologico a cui assisteremo nella nostra vita. È più grande del passaggio dal computer desktop al mobile e potrebbe essere più grande di Internet stessa. È un ricablaggio fondamentale della tecnologia e un incredibile acceleratore dell’ingegno umano. Rendere l’intelligenza artificiale più utile per tutti e implementarla in modo responsabile è il modo più importante con cui porteremo a termine la nostra missione per i prossimi 10 anni e oltre“.
Pichai ha concluso esprimendo la sua gratitudine per i 25 anni di successi di Google e guardando al futuro con entusiasmo, invitando l’azienda a continuare a porre domande importanti e a cercare risposte per migliorare la vita delle persone.
In Italia parte l’indagine del Senato
Via libera dal Senato all’avvio – da parte della Commissione Ambiente – di un’indagine conoscitiva sull’utilizzo delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale nella pianificazione, nella costruzione e nel monitoraggio delle infrastrutture stradali, autostradali, ferroviarie, portuali, aeroportuali e logistiche. Fissato per martedì 12 settembre, alle 18, il termine entro il quale i vari gruppi parlamentari potranno indicare i nominativi da audire.
L’indagine, ha spiegato il presidente presidente Claudio Fazzone (FI) durante la seduta, “nasce dall’esigenza di acquisire elementi di conoscenza più approfonditi sull’utilizzo – allo stato attuale e in prospettiva – delle tecnologie digitali e dell’intelligenza artificiale nella pianificazione, nella costruzione e nel monitoraggio delle infrastrutture. Tali tecnologie possono infatti contribuire a migliorare l’efficienza, ridurre i costi e aumentare la sicurezza. Ad esempio, l’utilizzo di droni, scanner 3D e sensori IoT permette – è stato sottolineato – di mappare e monitorare i siti di costruzione in modo più efficiente e preciso, mentre l’intelligenza artificiale può essere utilizzata, tra l’altro, per automatizzare le attività di ispezione e manutenzione delle infrastrutture, identificare potenziali problemi prima che si trasformino in guasti e prendere decisioni migliori nella progettazione e costruzione di nuovi hub intermodali, consentendo di creare modelli e simulazioni estremamente dettagliati per testare diversi scenari”.