I Google Glass sono “interessanti” e potranno essere uno strumento di grande utilizzo “per i medici”, ma “non è certo che possano funzionare come prodotto generico per tutti i consumatori”. Lo ha detto John Frankel, venture capitalist e partner di “ff Venture Capital” (gruppo di investitori statunitensi impegnati soprattutto con le start up), distinguendosi così dal già folto gruppo di “entusiasti” degli occhiali hi-tech a cui sta lavorando BigG.
“È un cambiamento di abitudini troppo grande” ha detto Frankel durante la recente Wearable Tech Expo di New York. “È una tecnologia che si frappone tra te e le altre persone…Mi sembra sia troppo impersonale”. L’investitore ha paragonato gli innovativi occhiali a “Segway”, monopattino elettrico con due grosse ruote laterali e lungo manubrio, lanciato nel 2002 negli Usa che, nelle intenzioni dei suoi ideatori, avrebbe dovuto sconvolgere la mobilità urbana invece, alla fine del 2007, aveva venduto solo 30.000 unità.
Allo stesso modo Frankel ritiene che i Google Glass, lanciati come un dispositivo che cambierà totalmente l’interazione tra le persone nel mondo fisico e digitale, potrebbe non soddisfare le aspettative e lasciare gli utenti insoddisfatti.
Due mesi fa era stato il Ceo di Apple, Tim Cook, a sostenere che i Google Glass non piaceranno al grande pubblico. Secondo l’imprenditore mancherebbero di “mass appeal”: “Ci sono lati positivi in questo prodotto che probabilmente eserciteranno attrazione su alcuni mercati, ma non credo sul vasto pubblico” dichiarò a suo tempo Cook. “Quello che interessa alle persone è un prodotto veramente eccezionale. Chi porta gli occhiali è perché ne ha bisogno, non conosco molte persone che li portano senza averne necessità”.