IL DOCUMENTO

Google, gli editori alla Ue: “Su concorrenza proposte inaccettabili”

Inviato al commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia, un documento in cui si chiede di rigettare gli impegni presentati da BigG per fermare la procedura aperta per abuso di posizione dominante. “Non garantiscono effettiva concorrenza nei servizi”

Pubblicato il 25 Giu 2013

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Gli editori europei all’attacco di Google. Con una azione congiunta di coordinamento e di collaborazione senza precedenti, centinaia dei maggiori editori europei di giornali quotidiani e periodici e le loro associazioni di categoria a livello europeo e nazionale hanno predisposto un documento comune che evidenzia i limiti e le criticità degli Impegni proposti da Google per bloccare la procedura di abuso di posizione dominante aperta in sede Ue. Nel documento, Commissione europea e Commissario Ue per la Concorrenza, Joaquin Almunia, si chiede “l’immediato rigetto” delle proposte e si ribadisce “la necessità dell’adozione di uno Statement of Objections, passo necessario per il proseguimento dell’indagine europea”. Obiettivo degli editori europei arrivare a regole equilibrate nei servizi di ricerca e di pubblicità del colosso di Mountain View.

Lo scorso aprile Google ha presentato una serie di “remedies” che la Commissione europea ha sottoposto al market test, vale a dire alla valutazione e alla raccolta di osservazioni e commenti da parte dei soggetti interessati. I ricorrenti e le parti interessate sono stati invitati dalla Commissione a partecipare entro il 27 giugno, con l’invio di osservazioni alle proposte di Google. Nella sua proposta, che sarebbe vincolante per un periodo di 5 anni, il motore di ricerca si impegna a rendere chiaramente visibile agli utevononti, attraverso un’etichettatura, i risultati delle ricerche che promuovono un suo servizio. La società evidenzierà inoltre i link ai motori di ricerca verticali concorrenti. Il rispetto degli impegni sarà monitorato da un amministratore fiduciario.

“Esprimo apprezzamento per lo spirito di collaborazione tra gli editori europei e fiducia nel sollecito intervento delle istituzioni europee – dice Giulio Anselmi, presidente della Fieg, che è tra i firmatari della posizione congiunta, – Se Google non presenterà al più presto proposte sostanzialmente migliorative, gli editori europei chiedono che la Commissione utilizzi tutti i poteri legali, compreso un immediato Statement of Objections che preveda rimedi efficaci. Una ricerca equa e non discriminatoria realizzata con criteri imparziali nei confronti di tutti i siti web è prerequisito essenziale per lo sviluppo dei media e delle tecnologie a livello europeo”.

Secondo Helmut Heinen, presidente della Federazione tedesca degli editori di giornali, “come minimo, Google deve sottoporre tutti i servizi, inclusi i propri, agli stessi criteri, utilizzando esattamente gli stessi meccanismi di analisi, indicizzazione, ordinamento e gli stessi algoritmi di presentazione. Google, senza consenso preventivo, non deve usare contenuti di terze parti al di là di ciò che è veramente indispensabile per la navigazione nella ricerca orizzontale”.

La Commissione Ue, nelle sue conclusioni preliminari, ritiene che le azioni di Google creino “un danno potenziale per i consumatori in termini di riduzione della scelta, della qualità e della innovazione”. Per la Commissione è cruciale intervenire ora affinché la posizione dominante di Google nel mercato europeo della ricerca web (oltre il 90%) non precluda la possibilità di entrata di altri concorrenti.

Il presidente dell’Associazione spagnola degli editori di quotidiani (Aede), Luis Enriquez, anch’essa tra i ricorrenti, aggiunge: “I rimedi proposti da Google non risolvono i problemi generali e i danni fondamentali che la condotta di Google provoca nel mercato della Search e in quelli ad esso correlati e nessuno di questi rimedi mira a ristabilire una effettiva concorrenza. I rimedi proposti impongono a Google restrizioni di poco conto che tutt’al più modificherebbero di poco i suoi comportamenti ma non avrebbero in pratica alcun effetto sulla struttura del mercato. In alcuni casi potrebbero addirittura peggiorare le cose rendendo più stabile il dominio di Google e ingannando i consumatori. Pertanto noi tutti riteniamo che per ripristinare la concorrenza in un mercato disfunzionale siano giustificati e necessari rimedi più efficaci, comprese misure strutturali”.

Ma i guai di Google non finiscono qui. In Germania, nelle prossime settimane entrerà in vigore la Lex Google, e l’azienda ha reagito imponendo agli editori di firmare una rinuncia al copyright per essere presente su Google News, altrimenti ne rimarranno fuori. Per l’azienda si tratta di un provvedimento necessario che permetterà agli editori di decidere se i loro contenuti resteranno accessibili agli utenti in futuro.

Google è convinta che leggi più severe per regolamentare a livello europeo l’uso dei motori di ricerca su Internet potrebbe finire per penalizzare l’innovazione. “L’innovazione sarebbe davvero penalizzata se le cose fossero congelate al punto in cui sono ora – ha detto Amit Singhal, uno
degli ingegneri di Google responsabili della ricerca, durante un’intervista al Financial Times – Stiamo costruendo il motore di ricerca del futuro, siamo vicini al punto in cui si parla a Google per chiedere qualunque cosa un utente voglia sapere”.

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