ANTITRUST

Google, incontro Almunia-Schmidt

Sul tavolo la proposta di Mountain View a Bruxelles per chiudere il dossier antitrust: modifiche sulle query, ma nessuna sostanziale modifica al modello di ricerca. Ma non è detto che la Commissione Ue accetti il compromesso

Pubblicato il 18 Dic 2012

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Google sembra sulla buona strada per uscire indenne dall’indagine antritrust avviata negli Usa dalla Federal Trade Commission (Ftc) che, stando a quanto riporta il New York Times, sarebbe pronta a chiudere il dossier dopo che BigG si è detto disponibile ad effettuare modifiche alle query di ricerca per garantire maggiore concorrenza. “La società sta cooperando con la Federal Trade Commission”, ha annunciato un portavoce di Google in un comunicato.

Più difficile invece sarà per Google “contrattare” con l’Unione europea dove le leggi antitrust sono diverse da quelle Usa – negli Stati Uniti il principio fondante è la tutela del consumatore che BigG ha assicurato di voler proteggere – e più orientate invece a difendere le aziende concorrenti. Stando a fonti Ue vicine al dossier, BigG sarebbe intenzionata proporre lo stesso modello di accordo al vaglio della Ftc e quindi ad apportare modifiche sulle query di ricerca e sull’etichettatura di alcuni servizi, ma non sull’impianto generale del motore.

Come spiega Herbert Hovenkamp, ​esperto di antitrust e professore di diritto presso l’Università di Iowa, la Ue avrà difficoltà ad accettare il deal perché “gli europei tendono a utilizzare i principi antitrust per livellare il campo di gioco dei player molto più che negli Stati Uniti”. Keith N. Hylton, professore presso la Boston University School of Law “è certo che l’Europa giocherà con una mano molto forte con Google”.

Intanto è atteso per oggi l’incontro tra il presidente esecutivo di Google, Eric Schmidt, e il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia.
Il 5 dicembre Joaquin Almunia aveva precisato di essere ancora “a livello di conversazioni con Google per tentare di arrivare ad un accordo transattivo, ma per ora non lo abbiamo ancora raggiunto. Prima o poi, non so quando, comunicheremo l’esito della discussione, quando sarà conclusa”. Secondo fonti Ue, l’indagine non sarà chiusa entro la fine dell’anno.

La Commissione europea ha aperto un’indagine contro Google il 30 novembre 2010 a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali il portale Ciao, rilevato nel 2008 da Microsoft. La stessa Microsoft ha depositato nel 2011 un ricorso contro Google, puntando l’indice sull’abuso di posizione dominante del search engine. Anche i siti di viaggi Expedia e TripAdvisor si sono rivolti alla Commissione europea, nell’ambito dell’inchiesta aperta contro il gigante Internet per abuso di propria posizione dominante. A questo punto la Commissione sta cercando di verificare se Google stia favorendo i propri servizi e stia penalizzando quelli dei concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. L’inchiesta si allarga inoltre alle possibili clausole di esclusiva imposte ai partner pubblicitari. Responsabile del procedimento è il commissario europeo alla concorrenza, Joaquin Almunia.

Lo scorso 10 ottobre Google ha proposto alla Commissione Europea di “etichettare” con il proprio brand tutte le informazioni e i servizi prodotti in-house che compaiono nelle ricerche. La proposta del motore di ricerca ha l’obiettivo di rispondere alle preoccupazioni sollevate da Joaquin Almunia, commissario europeo per la Concorrenza, secondo cui Google, con pratiche anti concorrenziali, favorirebbe, nel risultato delle ricerche risultati autoprodotti o provenienti dai partner, a danno dei competitor.

Google controlla il 95% del mercato delle ricerche online, il posizionamento dei risultati è un aspetto fondamentale per il successo delle aziende sul web.

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