CONCORRENZA

Google, incubo antitrust: dopo Usa e Ue indaga anche l’India

L’accusa si concentra sulla pubblicità tramite Adwords. In caso di condanna maxi multa fino a più di 5 miliardi di dollari. Intanto uno studio legale internazionale lancia il sito grip.eu per raccogliere in Europa le denunce delle aziende contro BigG

Pubblicato il 01 Set 2015

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L’accusa era partita nel 2012 dalle denunce di alcuni siti web, che hanno dato il via a un’indagine della Commissione sulla concorrenza in India, che dovrà accertare se Google ha abusato della propria posizione dominante. Le prime rilevazioni dell’antitrust indiana, la cui indagine segue quelle già aperte in Usa e nell’Ue, sono già state trasmesse a Cupertino, che adesso avrà tempo fino al 10 settembre per le proprie controdeduzioni.

Intanto dal fronte europeo emergono nuove grane per BigG: uno studio legale internazionale ha lanciato proprio in queste ore un sito Internet, grip.eu, con l’obiettivo di raccogliere le denunce delle aziende europee che si sentono danneggiate da Google e che stanno considerando l’idea di rivolgersi alla giustizia.

L’indagine aperta presso la commissione europea, intanto, mirano ad accertare se il motore di ricerca abusi della sua posizione dominante favorendo i propri servizi nei risultati di ricerca su Internet: un’iniziativa alla quale adesso potrebbero aggiungersi anche cause civili scaturite da grip.eu, che si propone di offrire “servizi essenziali per cittadini e imprese che sono stati danneggiati dalle pratiche di Google”.

L’indagine della Competition Commission of India (Cci) sul gruppo americano, intanto, sono concentrate su AdWords (il servizio di pubblicità online di BigG). A dare per primo la notizia era stato il Financial Times, che ha ottenuto una copia del rapporto preliminare stilato dalla Cci.

Quel rapporto da 714 pagine conclude che Google ha trattato in modo preferenziale i propri servizi a scapito di quelli della concorrenza nei risultati di ricerca. “Google guida gli utenti verso i suoi prodotti e servizi e fornisce risultati parziali”, recita il documento ottenuto dal FT. “Gli utenti potrebbero non ricevere i risultati più importanti. Ciò condiziona negativamente il panorama competitivo nei mercati delle ricerche e della pubblicità online così come mercati connessi come quelli di viaggi, mappe, social networking e commercio elettronico”. Google, scrive l’FT, ha detto che sta analizzando il rapporto della Cci di cui però respinge le conclusioni sostenendo che l’azienda rispetta “pienamente” le leggi indiane. Google sta preparando una risposta formale che deve essere presentata la settimana prossima. Poi a metà settembre il braccio investigativo della Cci terrà un incontro con le parti coinvolte. Solo successivamente la versione finale del rapporto verrà presentata alla Commissione per la competizione. Se i suoi sette membri giudicheranno Google colpevole, il gruppo potrebbe dovere pagare fino al 10% dei ricavi globali degli ultimi tre anni, quindi una pena massima di 5,6 miliardi di dollari.

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