Assoluzione dall’accusa di violazione della privacy perche’ “il fatto non sussiste” e conferma dell’assoluzione dalla diffamazione. E’ questa la sentenza della prima sezione penale della Corte d’appello di Milano nel processo a carico di tre manager ed ex manager di Google, in relazione alla pubblicazione di un filmato sulla piattaforma Google Video in cui un ragazzo disabile subita vessazioni dai compagni di scuola. In manager erano stati condannati in primo grado a 6 mesi per violazione della privacy.
”Siamo molto felici che la decisione di primo grado non sia stata confermata e che la Corte d’Appello abbia riconosciuto l’innocenza dei nostri colleghi’ – commenta in una nota Giorgia Abeltino, policy manager di Google in Italia – Anche in questo frangente il nostro pensiero va al ragazzo e alla sua famiglia, che in questi anni hanno dovuto sopportare momenti difficili”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal legale di Google, Giulia Bongiorno. ”Assoluta soddisfazione, ma nessuna sorpresa. Onestamente la condanna si basava sul nulla”. La sentenza di assoluzione, puntualizza il legale, è ”una giusta conseguenza”. Rispondendo alle domande dei cronisti l’avvocato ha spiegato poi che ”i controlli ci sono, ma non competono a Google”, non è stato riconosciuto cioe’ una sorta di ”maxi controllo”, non c’è questo ulteriore obbligo, come per esempio per un direttore di un giornale. L’avvocato ha sottolineato che bisognerà poi attendere le motivazioni.