È il turno di ascoltare nuovamente i competitor di Google nell’indagine, avviata dalla Commissione europea nel 2010, sul possibile abuso di posizione dominante del gruppo statunitense nei criteri di indicizzazione sul search.
Antoine Colombani, portavoce della Commissione per le politiche concorrenziali, ha scritto in un’email che oggi la Commissione “sta inviando richieste di informazione” ai rivali di Google e ad altre terze parti. Una conferma di quanto preannunciato dal Commissario per la Concorrenza, Joaquin Almunia, durante un’audizione al Parlamento europeo lo scorso primo ottobre.
“In particolare – ha spiegato Colombani – sono state richieste informazioni agli ‘accusatori’ nei procedimenti in corso e a tutti coloro che hanno risposto al test di mercato sulle proposte avanzate da Google per sanare la sua posizione di possibile violazione delle norme di concorrenza Ue”. I competitor hanno quattro settimane per dare i loro commenti.
Obiettivo ultimo è appunto valutare se siano soddisfacenti le proposte del colosso americano. Un primo pacchetto è stato presentato da BigG lo scorso 12 aprile a Bruxelles, in cui il “re” del search si impegna a rendere chiaramente visibili agli utenti, attraverso un’etichettatura, i risultati delle ricerche che promuovono un suo servizio, distinguendolo così in modo chiaro da quelli dei suoi competitor. La società ha promesso inoltre i link ai motori di ricerca verticali concorrenti. Le proposte dovrebbero essere vincolanti per un periodo di 5 anni e il rispetto degli impegni monitorato da un amministratore fiduciario.
Ma i rimedi non avevano convinto il Commissario Antitrust Joaquin Almunia, che li aveva sottoposti a un market test conclusosi il 27 giugno, chiedendo un parere ai concorrenti di Google e a terze parti. “Dopo l’analisi del test di mercato, ritengo che le proposte presentate da Google non siano sufficienti per mitigare le nostre preoccupazioni – aveva dichiarato in conferenza stampa Almunia – Per questo ho scritto una lettera a Google, a Eric Schmidt (executive chairman di Google), chiedendo all’azienda di presentare soluzioni migliori, che forniscano maggiori garanzie”.
Così a settembre Google ha presentato nuovi impegni per porre fine alle controversie sui propri criteri di indicizzazione. Impegni ora nuovamente sottoposti a test di mercato.
Il vicepresidente Almunia, il primo ottobre, ha parlato di una decisione sul caso entro primavera: uno slittamento rispetto a precedenti annunci, in cui si parlava di una soluzione del caso “entro l’estate”.