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Google nel guado: freno a investimenti e assunzioni

Il ceo di Alphabet Sundar Pichai scrive ai dipendenti spiegando che la crisi globale innescata dal Covid19 impatterà sul colosso americano. Si continuerà a spendere nei business ad alto valore, ma stringerà la cinta su marketing e data center

Pubblicato il 16 Apr 2020

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Nemmeno un colosso come Google, o meglio Alphabet, resta immune alla crisi globale innescata dall’epidemia di Covid-19: il gruppo di Mountain View si vede costretto a ridurre investimenti e assunzioni per il resto dell’anno. Lo ha affermato Sundar Pichai, ceo di Alphabet, la capogruppo di Google.

“Riteniamo che ora sia il momento di rallentare in modo significativo il ritmo delle assunzioni, pur mantenendo l’impegno di crescita in un piccolo numero di aree strategiche in cui gli utenti e le aziende si fondano su Google per avere continuo supporto e in cui la nostra crescita è critica per il loro successo”, ha scritto Pichai in una nota per i dipendenti riportata da Bloomberg.

“A parte le restrizioni sulle assunzioni – ha proseguito il ceo – continueremo a investire ma ancora una volta ricalibrando la destinazione e l’entità delle spese in aree come server e data center e marketing e viaggi che non sono essenziali alle nostre attività”.

Stop alle nuove assunzioni

Un portavoce di Google ha confermato alla testata Cnbc.com che per ora l’azienda si concentrerà sull’inserimento dei professionisti già assunti ma che ancora non hanno cominciato a lavorare, mentre le nuove assunzioni saranno radicalmente ridotte.

Nel 2019 Alphabet ha assunto 20.000 persone e aveva intenzione di introdurre un numero analogo di nuovi dipendenti quest’anno. Finora ha inserito 4.000 nuovi dipendenti e circa altri 1.000 saliranno presto a bordo. Ma, a causa del coronavirus, il gruppo di Mountain View potrebbe fermarsi qui.

Alphabet ha anche ridotto le attività di formazione per i collaboratori esterni o a tempo determinato che costituiscono quasi la metà del suo staff totale.

La nota di Pichai risponde anche all’esigenza di motivare la forza lavoro e di tenerla focalizzata sulla risposta alle richieste e esigenze dei clienti mentre si lavora da casa. Il lockdown ha svuotato la sede di Google (come di tante altre aziende nella Silicon Valley) e imposto lo smart working. Coordinare i team e mantenerli allineati agli obiettivi prefissati è più difficile.

“Proprio come nella crisi finanziaria del 2008 l’intera economia mondiale sta soffrendo e Google e Alphabet non sono immuni dagli effetti della pandemia globale”, ha affermato Pichai nella nota ai dipendenti. “Noi esistiamo in un ecosistema di partnership e di aziende interconnesse e molte di queste stanno subendo forti contraccolpi”.

Tagli alla spesa in marketing e data center

Il ceo Pichai saggiamente sta adottando un approccio prudente. L’ultimo report finanziario del gruppo Alphabet, presentato a inizio febbraio con i dati del quarto trimestre 2019 e del full year 2019, ha mostrato elementi in chiaroscuro. Nel quarto trimestre gli utili sono cresciuti (utile operativo a 9,3 miliardi di dollari, utile netto a 10,7 miliardi), ma i ricavi hanno rallentato rispetto ai trimestri precedenti (46,1 miliardi, +17% anno su anno, ma nel quarto trimestre 2018 l’incremento era stato del 22%). Il generale rallentamento dei ricavi di Alphabet caratterizza anche il full year: nel 2019 le revenue, pari a 161,85 miliardi di dollari, sono cresciute del 18%, ma nel 2018 erano aumentate del 23%.

Analisti e investitori sono rimasti delusi soprattutto dai dati sulla pubblicità di Google e dalle prestazioni di YouTube e Google Cloud; nel cloud in particolare le attese di mercato erano molto più alte.

Google rappresenta la quasi totalità delle entrate e degli utili di Alphabet. Il gruppo include anche le cosiddette “Other Bets”, le attività più sperimentali e avveniristiche (come Waymo per l’auto autonoma, Wing per i droni e Loon per i palloni aerostatici che portano la connettività Internet), che fatturano 172 milioni nel quarto trimestre 2019 ma hanno una perdita operativa di 2 miliardi di dollari contro 1,3 miliardi del quarto trimestre 2018. È presumibile che in questa fase Alphabet metterà da parte gli investimenti sulle attività alternative.

Nel 2019 Alphabet ha speso per allargare il numero di dipendenti (portandoli a un totale di 118.899 persone), destinandoli soprattutto alle attività di vendita, e ha investito in marketing e nella costruzione di nuovi data center. Nel quarto trimestre le spese totali di Alphabet sono salite del 18,5% anno su anno a 36,8 miliardi e la cfo Porat ha detto a febbraio che nel 2020 sarebbero aumentate ancora. Il ceo Pichai ha chiarito adesso che i piani sono cambiati.

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