Le attività commerciali online di Google sono cresciute molto rapidamente, negli ultimi tempi. Ma la crescita potrebbe non essere avvenuta sempre nel rispetto della normativa antitrust. Per questo il Dipartimento di giustizia americano starebbe per aprire una investigazione su Google, riferisce Reuters sulla base di indiscrezioni raccolte in queste ultime ore.
Ci sono stati una serie di incontri tra membri della divisione antitrust del DOJ e quelli della Federal Trade Commission, che hanno chiarito le questioni di competenza tra i due regolatori antitrust americani per evitare duplicazioni delle indagini, riporta Reuters.
Secondo l’agenzia, si tratterebbe di un attacco da parte dell’amministrazione Trump ai social media e a Google che il presidente americano accusa di aver soppresso le voci dei conservatori online. L’indagine, secondo quanto scritto dal Wall Street Journal che ne ha dato per primo la notizia, si baserebbe sul fatto che nelle ricerche sul motore Google dà la preferenza ai risultati che portano alle sue attività commerciali a scapito di quelle di tutti gli altri.
Negli anni Google è già stato indagato e multato da altre autorità antitrust: in Europa, per esempio, due anni fa ha ricevuto una multa da 2,4 miliardi di euro per aver promosso in maniera scorretta tra i risultati i suoi servizi di shopping. Google offre da allora la possibilità a tutti i suoi concorrenti di partecipare a una asta per guadagnare lo spazio in cima ai risultati delle pagine dei risultati.
Amazon e Google sotto la lente di due regolatori diversi
Intanto, secondo il Washington Post, nella riunione citata anche da Reuters i rappresentanti dei due principali regolatori del mercato hanno deciso di dividere la loro attenzione per i problemi di antitrust sui due principali attori del mercato.
La vigilanza su Amazon verrà effettuata dalla Federal Trade Commission mentre Google (e Alphabet, la holding del gruppo) sarà sotto l’egida del Dipartimento di Giustizia americano.
L’analisi del Washington Post (quotidiano di proprietà di Jeff Bezos) è arrivata dopo l’indagine del DOJ su Google, che ha sollevato l’attenzione sulla ripartizione di competenze tra i due regolatori Usa, dopo che già altri organi di informazione come Reuters avevano anticipato l’informazione.
Facebook perde un altro round in tribunale
Il social network di Mark Zuckerberg incassa il secondo colpo negativo da parte di un giudice. Dopo che un magistrato del Delaware aveva ordinato all’azienda di dare agli azionisti le email e altri documenti interni su come viene gestita la privacy da parte del colosso dei social network, adesso è la volta del giudice che dà disco verde alla causa portata avanti dal procuratore generale del Distretto di Columbia, dove ha sede la capitale americana Washington.
Il giudice Fern Flanagan Saddler ha infatti firmato l’ordine che rigetta la mozione presentata da Facebook per la dismissione della causa. La città-capitale degli Usa a dicembre aveva avviato un procedimento legale contro Facebook accusandolo di aver ingannato i suoi utenti perché già sapeva da due anni della breccia con la condivisione non prevista dei dati di 87 milioni di utenti con Cambridge Analytica prima di renderla pubblica, e questo aveva che aveva consentito i produttori terze parti di app di avere accesso ai dati di questi utenti senza il loro consenso.