"Google non viola le regole della concorrenza ma offre semplicemente, alle ricerche degli internauti, le risposte migliori, perchè la ricerca è volta per gli utenti, non per i siti. Il motore di ricerca è passato dal modello di una risposta in ‘dieci link blu’ a quello delle ‘migliori risposte’ per l’utente. Il che implica la selezione delle più complete risposte possibili. Per questo motivo nei risultati del motore di ricerca compaiono anche i link per l’acquisto dei prodotti ai quali sembra interessato l’utente". Julia Holtz, senior competition counsel di Google, è intervenuta al convegno "Antitrust fra diritto nazionale e diritto dell’Unione Europea", organizzato a Treviso.
"È un servizio gratuito – ha puntualizzato – per i siti internet che vendono questi prodotti, che devono solo caricare le immagini su un servizio che si chiama Google Base. Ora possiamo capire che alcuni siti che fanno comparazione di prezzi possano non apprezzare il fatto che Google faccia questo. Ma non abbiamo costruito Google per i siti, lo abbiamo costruito per gli utenti".
"Tutti i principali motori di ricerca – ha continuato – sono giunti alla conclusione che questo è il modo migliore di proporre i risultati agli utenti. Anche Yahoo! e Bing fanno esattamente la stessa cosa. D’altra parte bisogna considerareche il modo di cercare le informazioni è cambiato. Spesso gli utenti cercano le informazioni su Facebook".
"«Chi cerca per esempio indicazioni su un libro segue più volentieri le indicazioni di un amico che le recensioni che può trovare su internet. Non solo, ma Google non è più il centro assoluto della rete: solo il 20% degli utenti del sito del New York Times lo raggiunge passando da Google, il 19% ci va direttamente, il 7% da Yahoo, il 4% da Facebook e il 50% ci arriva da altri siti. Su Facebook solo il 10% degli utenti arriva da Google, su Comedy Central solo il 16%, mentre il 31% ci arriva proprio da Facebook; mentre su Fox se l’11% arriva dal motore di ricerca, il 5% ci arriva dal social network".