Google di Alphabet ha accettato di pagare 90 milioni di dollari per risolvere l’ormai nota disputa legale che gli sviluppatori di app avevano intentato nel 2020 presso il tribunale federale di San Francisco contro Mountain View: a scatenarla erano state le commissioni al 30% applicate in quel periodo da Google e la presunta condotta monopolistica nella distribuzione delle app attraverso il Play Store. Gli sviluppatori di app, in particolare, avevano accusato Google di utilizzare accordi con produttori di smartphone, barriere tecniche e accordi di compartecipazione alle entrate per chiudere l’ecosistema delle app e deviare la maggior parte dei pagamenti al suo sistema di fatturazione Google Play con una tassa di servizio dal valore predefinito del 30%.
Come parte dell’accordo proposto, Google ha dichiarato in un post sul blog aziendale di voler investire 90 milioni di dollari in un fondo per supportare gli sviluppatori di app che hanno realizzato dai 2 milioni di dollari in giù di entrate annuali dal 2016 al 2021. “La stragrande maggioranza degli sviluppatori statunitensi che hanno guadagnato entrate tramite Google Play sarà idonea a ricevere denaro da questo fondo, se lo desidera”, ha affermato Google nel post sul blog. Google ha affermato che addebiterà agli sviluppatori anche una commissione annuale del 15% sul loro primo milione di entrate dal Google Play Store, secondo una prassi inaugurata nel 2021.
Il tribunale deve approvare la proposta di transazione.
Nuova legge allo studio al Congresso
Ci sono probabilmente 48.000 sviluppatori di app idonei a richiedere un contributo dal fondo, con un pagamento minimo di 250 dollari. Apple ha concordato l’anno scorso di allentare le restrizioni dell’App Store per i piccoli sviluppatori, concludendo un accordo in un’azione collettiva. Ha anche accettato di pagare 100 milioni di dollari.
A Washington, il Congresso sta valutando una legislazione che richiederebbe a Google e Apple di consentire il sideloading o la pratica di scaricare app senza utilizzare un app store (anche se Google afferma di consentire già la pratica). La legge inoltre impedirebbe ai due Big di richiedere che i fornitori di app utilizzino i loro sistemi di pagamento.