“Google costituisce per molti versi un modello di impresa da seguire. Però non possiamo negare che vi siano alcuni problemi che riguardano ad esempio la giusta remunerazione degli autori dei materiali pubblicati così come un effettivo rischio di monopolio”. Lo dice Gianni Pittella, presidente del gruppo dei socialdemocratici all’europarlamento, in un’intervista a Repubblica, nella quale spiega che “approvare una web tax solo a livello nazionale rischierebbe di innescare dannose forme di competizione fiscale tra Stati membri. L’Europa deve dotarsi di un approccio comune su questa materia”.
Giovedì verrà votata una risoluzione europea che prevede di separare i motori di ricerca dai loro servizi commerciali: “Vogliamo più scelta nel mercato dei dati e dei motori di ricerca” perché “i monopoli fanno male”, sottolinea Pittella e “ci aspettiamo che la Commissione Ue tenga conto del nostro avviso procedendo lungo la strada della liberalizzazione del mercato dei dati con proposte concrete”.
Il testo al vaglio di Strasburgo, riportato dal Financial Times, prevede la separazione dei motori di ricerca da altri servizi commerciali andrebbe considerata come possibile soluzione al predominio di mercato; non si cita direttamente Google ma è chiaro che il target della proposta è innanzitutto Mountain View. La risoluzione ha l’appoggio dei due principali schieramenti politici del Parlamento europeo, il Partito Popolare europeo e i Socialisti.
Google non ha per ora commentato, ma la stampa americana, Forbes in testa, è molto sarcastica verso questo assalto dell’Europa contro un’azienda a stelle e strisce e fa notare che il Parlamento europeo non ha alcun potere di dividere in due un’azienda e che tale potere è se mai della Commissione europea. L’Europarlamento ha però una crescente influenza sulla Commissione e la Commissione, come noto, indaga da cinque anni sul dominio di Google nella ricerca online e sulle possibili ripercussioni per la concorrenza di mercato. Margrethe Vestager, la nuova commissaria europea alla concorrenza, ha per ora adottato una posizione cauta, indicando che ascolterà il punto di vista di Google e dei vari competitor prima di decidere come portare avanti l’indagine antitrust che vede coinvolta l’azienda americana.