Google ha presentato all’Antitrust Ue un pacchetto di soluzioni con l’obiettivo di chiudere l’indagine aperta nel 2010. La società, che controlla circa l’80% del mercato europeo della ricerca online, ha presentato un’offerta formale, elaborata dopo le discussioni con le autorità europee. “Nelle ultime settimane, la Commissione europea ha completato le analisi preliminari, esprimendo formalmente le proprie preoccupazioni. In base a queste Google ha presentato i suoi impegni ufficiali – ha spiegato Antoine Colombani, portavoce del Commissario Antitrust, Joaquin Almunia – Ora chiederemo il parere degli attori di mercato, inclusi i ricorrenti, su queste proposte di impegno”.
Nella sua proposta, che sarebbe vincolante per un periodo di 5 anni, il motore di ricerca si impegna a rendere chiaramente visibile agli utenti, attraverso un’etichettatura, i risultati delle ricerche che promuovono un suo servizio. La società evidenzierà inoltre i link ai motori di ricerca verticali concorrenti. Il rispetto degli impegni sarà monitorato da un amministratore fiduciario.
La Commissione europea accusa Google di mettere in cima ai risultati di ricerca i link ai propri motori ‘verticali’, quelli specializzati in settori specifici come i viaggi o i ristoranti, in moda da assicurare un ‘trattamento preferenziale’ rispetto a quelli concorrenti. Lo scorso luglio, la società americana ha inviato la prima lista di ‘rimedi’, ma a dicembre la Ue ha dato alla compagnia ulteriore tempo per avere “impegni dettagliati’, riconoscendo, però, che “le divergenze sono state sostanzialmente ridotte”.
Se la Commissione riterrà che le proposte di Google garantiscano la concorrenza, potrebbe chiudere il dossier. In caso contrario, potrebbe infliggere a Google una multa fino al 10% del proprio fatturato globale annuo, che lo scorso anno ammontava a 47 miliardi di dollari. La stessa Google ha fatto sapere che intende “continuare a cooperare con la commissione Ue”.
La Commissione europea ha aperto un’indagine contro Google il 30 novembre 2010 a seguito delle denunce presentate da altre società, tra le quali il portale Ciao, rilevato nel 2008 da Microsoft. La stessa Microsoft ha depositato nel 2011 un ricorso contro Google, puntando l’indice sull’abuso di posizione dominante del search engine. Anche i siti di viaggi Expedia e TripAdvisor si sono rivolti alla Commissione europea, nell’ambito dell’inchiesta aperta contro il gigante Internet per abuso di propria posizione dominante. A questo punto la Commissione sta cercando di verificare se Google stia favorendo i propri servizi e stia penalizzando quelli dei concorrenti nell’ambito dei risultato che fornisce il motore di ricerca. L’inchiesta si allarga inoltre alle possibili clausole di esclusiva imposte ai partner pubblicitari.