I PROGETTI

Google e Amazon, svolta sull’energia pulita: ecco le strategie

Obiettivo emissioni zero per le due web company. Maxi-acquisto di rinnovabile per il search engine. Mentre Jeff Bezos punta ad anticipare di 10 anni il traguardo dell’Accordo di Parigi

Pubblicato il 20 Set 2019

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Strategia carbon-free per le web company. Google annuncia “il più grande acquisto aziendale nella storia di energia rinnovabile” mentre Amazon chiama a raccolta le aziende globali per l’adozione di politiche “green” con il progetto “The climate pledge”.

Il progetto green di Google

Il gruppo lancia il progetto costituito da una serie di accordi per 1.600 megawatt (MW), con l’inclusione di 18 nuovi accordi energetici. In questo modo il “portfolio” Google di energia solare ed eolica aumenterà del 40% così da arrivare a 5.500 MW, equivalenti alla capacità di un milione di tetti fotovoltaici. A regime il patrimonio di energia carbon-free, spiega il Ceo Sundar Pichai, “produrrà più elettricità di una zona come Washington D.C.”.

Si tratta di un altro passo avanti nel cammino intrapreso dalla società, “carbon neutral” dal 2007 e maxi- acquirente aziendale di energia rinnovabile. La strategia si basa sul criterio di “addizionalità”  che prevede accordi di lungo periodo in grado di permettere lo sviluppo di nuovi progetti. Gli accordi consentiranno di spingere la costruzione di nuove infrastrutture energetiche per oltre 2 miliardi di dollari, “con l’inclusione – spiega Pichai nel blog aziendale  – di centinaia di turbine eoliche e milioni di pannelli solari distribuiti su tre continenti”. L’attività sulle energie rinnovabili ammonta oggi a 52 progetti, per un valore complessivo di oltre 7 miliardi di dollari in nuove costruzioni e migliaia di relativi posti di lavoro.

I 18 nuovi accordi coinvolgono Stati Uniti, Cile e Europa. Quasi la metà (793 MW) della nuova capacità di energia rinnovabile acquistata sarà localizzata in Europa, in particolare in Finlandia (255 MW), Svezia (286 MW), Belgio (92 MW) e Danimarca (160 MW).

“Questi acquisti di energia rinnovabile – spiega ancora Pichai – sono significativi non solo per la loro dimensione. Fino a oggi, la maggior parte dei nostri acquisti di energia rinnovabile negli Stati Uniti sono stati legati all’eolico, ma il costo decrescente dell’energia solare (diminuito di oltre l’80 percento negli ultimi dieci anni) ha reso questo tipo di risorsa sempre più conveniente”.

Google carbon-free, il progetto per il Cile

L’accordo in Cile segna il primo acquisto con un accordo di tecnologia ibrida che combina solare ed eolico. “Poiché il vento soffia in orari diversi rispetto al passaggio del sole – spiega Pichai – l’utilizzo combinato delle due fonti ci permetterà di alimentare il nostro data center in Cile con elettricità carbon-free per maggiori periodi di tempo durante la giornata”.

Il gruppo annuncia inoltre due nuovi finanziamenti di Google.org, per offrire supporto alle organizzazioni che ampliano l’accesso all’energia pulita per le aziende – “da un negozio di fiori a un grande centro per l’abbigliamento a una startup”. Un finanziamento da 500mila dollari andrà a Renewable Energy Buyers Alliance (Reba) negli Stati Uniti, mentre in Europa, RE-Source riceverà 200.000 dollari. Questi finanziamenti aiuteranno a sviluppare nuovi modelli di acquisto, a portare formazione e risorse ai consumatori, e a rimuovere le barriere che impediscono una più ampia adozione dell’energia.

Energia pulita, la mossa di Amazon

Anche Amazon fa un passo avanti nella riduzione delle emissioni di carbonio: annunciato, con Global Optimist, il progetto “The Climate Plegde” che chiama a raccolta le aziende che puntano a raggiungere i risultati previsti nell’Accordo di Parigi con 10 anni di anticipo entro il 2040 usando il 100% di energia rinnovabile entro il 2030.

Le aziende che firmeranno The Climate Pledge, spiega Amazon, si impegnano a misurare e comunicare le proprie emissioni di gas serra su base regolare; implementare strategie di eliminazione delle emissioni di carbonio in linea con l’Accordo di Parigi attraverso cambiamenti reali e innovazioni nel business che includono miglioramenti dell’efficienza, energie rinnovabili, riduzione dell’utilizzo di materie e altre strategie di eliminazione delle emissioni di carbonio; neutralizzare eventuali emissioni rimanenti con compensazioni aggiuntive, quantificabili, reali, permanenti e socialmente vantaggiose per ottenere emissioni annue nette pari a zero entro il 2040.

Carbon-free, l’obiettivo di Bezos

“Abbiamo smesso di stare nel gregge su questo tema: abbiamo deciso di utilizzare le nostre dimensioni e scala per fare la differenza,” ha dichiarato Jeff Bezos, Ceo e fondatore di Amazon. “Se una azienda con infrastruttura fisica come quella di Amazon-che consegna più di 10 miliardi di prodotti all’anno-può raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi 10 anni in anticipo, allora qualsiasi azienda può farlo. Parlando con altri Ceo di aziende globali sto riscontrando un forte interesse nell’unirsi a questo impegno. Le grandi aziende che firmeranno The Climate Pledge manderanno il segnale importante al mercato intero che è arrivato il momento per tutti di investire nei prodotti e servizi che i firmatari necessiteranno per tener fede ai loro impegni”

“Le decisioni coraggiose di grandi aziende faranno una gran differenza nello sviluppo di nuove tecnologie e industrie per spingere una economia a basse emissioni,” ha dichiarato Christina Figueres, già direttrice alle Nazioni Unite per i cambiamenti climatici e socio fondatore di Global Optimism. “Con questa decisione Amazon aiuta anche molte altre aziende ad accelerare la propria via per la decarbonizzazione. Se Amazon può impegnarsi a raggiungere obiettivi così ambiziosi e implementare cambiamenti significativi a livello globale, noi crediamo che molte altre aziende possano essere in grado di fare lo stesso e accetteranno la sfida. Non vediamo l’ora di avere altri partecipanti”.

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