MERCATO

Google, terza multa in arrivo dall’antitrust europeo per AdSense

L’annuncio della commissaria Margrethe Vestager, secondo indiscrezioni, giungerà la prossima settimana e chiuderebbe l’indagine sul prodotto per l’intermediazione pubblicitaria. Ma per BigGe i guai non sono finiti: Bruxelles ha messo nel mirino le search locali e gli annunci di viaggio e lavoro

Pubblicato il 15 Mar 2019

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La Commissione europea si prepara a infliggere a Google una nuova multa per violazione delle norme antitrust: secondo le anticipazioni del Financial Times, Margrethe Vestager, la commissaria europea alla concorrenza, annuncerà la prossima settimana la sanzione contro il colosso di Mountain View per averostacolato i potenziali concorrenti della search advertising.

Google ha già pagato, ad oggi, 7 miliardi di euro totali in Ue a seguito di due diverse indagini antitrust. L’anno scorso, in particolare, la Commissione europea ha inflitto a Google la sanzione-record di 4,3 miliardi di euro per aver sfruttato il suo sistema operativo mobile Android per favorire le proprie applicazioni e bloccare quelle delle aziende rivali. Nel 2017 gli uffici della Vestager avevano colpito Google con una multa da 2,4 miliardi di euro per aver ostacolato la concorrenza col suo servizio di shopping comparativo. Google ha fatto appello contro entrambe le decisioni presso i tribunali europei competenti.

A novembre, ai margini del Web Summit di Lisbona, la Vestager aveva fatto sapere che la Commissione era vicina alla conclusione della sua indagine sul servizio AdSense. L’inchiesta era stata aperta nel 2016: l’Antitrust dell’Ue sospetta Google di danneggiare i rivali tramite il prodotto di advertising, che posiziona la sua finestra per la ricerca su siti web di terze parti, limitando la possibilità di alcuni di questi siti di visualizzare la pubblicità dei concorrenti. La Commissione può imporre una sanzione di ben 13 miliardi di dollari, se si calcola il 10% del fatturato globale annuale 2018 della capogruppo di Google, Alphabet, ma la multa sarà probabilmente molto più esigua di così.

“Google inserisce le pubblicità collegate alle ricerche direttamente nel sito di ricerca Google, ma lo fa anche come intermediario in siti terzi attraverso la piattaforma ‘AdSense for Search’: si pensi ai siti internet di rivenditori online, operatori telecom e quotidiani”, spiegava la Commissione in una nota pubblicata all’apertura dell’inchiesta. La Commissione ritiene che Google domini il mercato dell’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca nello Spazio economico europeo (SEE), con quote che sfiorano l’80% del mercato. Gran parte delle entrate che Google ricava dall’intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca proviene da accordi con un manipolo di terzi, i cosiddetti ‘partner diretti’ , e la Commissione ritiene che con questi accordi Google violi le norme antitrust dell’Unione. Ciò avverrebbe imponendo condizioni quali l’esclusiva o il posizionamento privilegiato di una quantità minima di pubblicità Google. Google si è difesa, respingendo le accuse della Commissione e modificando le condizioni nei contratti AdSense con i partner diretti per dare loro maggiore libertà di visualizzare le pubblicità concorrenti collegate alle ricerche.

La multa su AdSense, se confermata, chiuderà l’indagine sul prodotto di Google per la pubblicità, ma l’antitrust europeo continua a tenere nel mirino le diverse attività del colosso americano. In particolare, la Vestager ha acceso un faro sulla search nei segmenti viaggi, lavoro e piccoli annunci locali, e potrebbe aprire nuove inchieste, secondo quanto indicato lo scorso mese dalla stessa commissaria al Financial Times, anche se per ora si sta limitando a vagliare i reclami ricevuti dalle aziende rivali.

Bruxelles intende anche esaminare se i rimedi chiesti su Android e Google Shopping stanno funzionando o se occorrono correzioni per ripristinare la competitività del mercato.

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