Alphabet si accoda all’onda di licenziamenti in corso tra le big tech statunitensi: la holding di riferimento di Google ufficializza con una lettera ai dipendenti del Ceo Sundar Pichai la decisione di tagliare 12mila posti di lavoro in tutto il mondo, pari al oltre il 6% della propria forza lavoro, assumendosi “la piena responsabilità della decisione”. Le lettere di licenziamento, secondo quanto annunciato dal numero uno della società, sono già state inviate al personale interessato negli Stati Uniti via e-mail, mentre il processo richiederà più tempo in altri Paesi, a seconda delle norme in vigore.
Le parole di Pichai
“Questi – scrive Pichai – sono momenti importanti per affinare i nostri obiettivi, rivedere la base dei costi e dirottare i nostri talenti e i nostri capitali verso le principali priorità“. Nella lettera il ceo di Alphabet sottolinea in ogni caso che Google ha “grandi opportunità davanti a sé”, e che punterà sempre più sull’intelligenza artificiale.
“Abbiamo intrapreso una rigorosa revisione delle aree di prodotto e delle funzioni per garantire che il nostro personale e i nostri ruoli siano allineati con le nostre più alte priorità come azienda – prosegue Pichai – I ruoli che stiamo eliminando riflettono il risultato di questa revisione. Sono trasversali ad Alphabet, alle aree di prodotto, alle funzioni, ai livelli e alle regioni”.
L’ondata di licenziamenti in corso
L’ultima società in ordine di tempo ad annunciare i tagli era stata Microsoft, che ha disposto una riduzione della la sua forza lavoro complessiva di 10mila unità entro la fine di marzo 2023, pari a quasi il 5% della base totale dei dipendenti.
Ma il rallentamento della domanda e il peggioramento delle prospettive economiche globali hanno indotto a programmare tagli anche Amazon, Meta e Hp.
Amazon dal canto suo ha annunciato 18mila esuberi rispetto ai 10mila previsti in origine, in tutte le aree geografiche in cui la multinazionale di Jeff Bezos è impegnata a distribuire i propri prodotti e servizi, e quindi anche l’Europa.
A fine 2022 Meta aveva annunciato una campagna di licenziamenti che potrebbe essere la più importante, in termini di esuberi, mai realizzata: la holding di cui fanno parte Facebook, Instagram e Whatsapp ha valutato tagli alle spese e congelamento delle assunzioni, con l’obiettivo di ridurre i costi di almeno il 10% entro i prossimi mesi.
Sulla stessa scia Twitter, che ha iniziato con i tagli subito dopo l’arrivo in azienda di ELn Musk, e Hp che ha annunciato una riorganizzazione, ipotizzando un taglio da 4.000 a 6.000 posti di lavoro nei prossimi tre anni. Quanto a Salesforce, la multinazionale ha previsto il taglio del 10% della propria forza lavoro, oltre a un ridimensionamento delle sedi e delle proprietà immobiliari.