L'EDITORIALE

Governo Draghi: rete unica Tlc, aree grigie e 5G. Chi avrà in mano i dossier?

Nel precedente governo la frammentazione e la mancanza di deleghe forti e operative ha mostrato una serie di debolezze nell’attuazione dei progetti. Lo Sviluppo Economico targato Giorgetti riuscirà a presidiare tutte le questioni? E a spingere l’attuazione dei progetti al palo?

Pubblicato il 15 Feb 2021

Palazzo_Chigi_-_Roma_(2010)

Portare la banda ultralarga nelle aree grigie, completare il piano aree bianche, accelerare la roadmap 5G e venire a capo del dossier rete unica Tim-Open Fiber: sono questi i dossier caldi nel settore delle Tlc sul tavolo del nuovo Governo Draghi.

Il precedente Governo Conte ha mostrato tutta una serie di debolezze sul fronte della governance: al Mise di Stefano Patuanelli lo sdoppiamento delle competenze – 5G a Mirella Liuzzi e banda ultralarga fissa a Gian Paolo Manzella – certamente non ha aiutato il coordinamento né l’execution. Liuzzi e Manzella saranno confermati? E se sì, esattamente nel ruolo “sdoppiato”? Per non parlare dalla presidenza del Cobul, il Comitato banda ultralarga, affidato all’ex ministra dell’Innovazione Paola Pisano. Una governance “tricefala” inspiegabile quanto inadatta a spingere le politiche di infrastrutturazione.

È evidente dunque la necessità di una “regia” unitaria, magari con un Sottosegretario alle Comunicazioni o alle Tlc che dir si voglia. E altrettanto importanti saranno figure quali il Capo di gabinetto e il capo della Segretaria tecnica, figure operative determinanti. Giorgetti ha chiamato come capo di gabinetto al Mise Paolo Visca, che aveva guidato l’ufficio di Matteo Salvini ai tempi della vicepresidenza del primo governo Conte.

New call-to-action

Il leghista Giancarlo Giorgetti, nuovo ministro dello Sviluppo economico, avrà un bel da fare. E la Lega, secondo quanto risulta a CorCom intende avere un ruolo forte proprio relativamente ai dossier Tlc. Il deputato Massimiliano Capitanio è quello che più da vicino segue le tematiche sul fronte dell’infrastrutturazione e che nei mesi scorsi ha evidenziato più volte la necessità di dare priorità alle azioni necessarie: completamento del piano aree bianche, piano banda ultralarga per le scuole, spinta all’Fwa per colmare i digital divide sui territori, reti veloci per le imprese. Il tutto anche in deroga, se necessario, alla normativa esistente per superare le impasse burocratiche. E anche sul 5G la Lega ha cercato di sgombrare il campo dalle fake news per arginare l’ondata delle ordinanze e dei provvedimenti comunali che hanno già rallentato la macchina operativa.

Riguardo ai fondi, Asstel nei giorni scorsi ha indicato in 10 miliardi l’ammontare necessario per le reti in Italia, ben oltre dunque le risorse previste dal Recovery Plan targato Conte. Il Governo Draghi rimodulerà i fondi? La questione non è da poco perché la disponibilità di risorse pubbliche è importante per spingere le coperture, abbattere i divide e anche per mettere a punto un progetto che guardi in avanti, la famosa politica industriale per le Tlc.

Last but not least la rete unica delle Tlc: “sponsorsizzata” dal Governo Conte, avrà eguale sostegno da parte di Draghi & co? Il ministero della Transizione Digitale è stato affidato a Vittorio Colao, ex numero uno di Vodafone, alias di una delle compagnie oggi più contrarie alla liaison Tim-Open Fiber. E secondo quanto risulta a CorCom, su questo fronte, la nomina di Colao avrebbe già fatto drizzare le antenne a più di qualcuno.

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