STRATEGIE

Chip, grandi manovre negli Usa: Amd e Texas Instruments lanciano la sfida a Nvidia



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La società californiana acquisisce Zt Systems e si rafforza nella produzione di soluzioni per l’AI: sul piatto 4,9 miliardi. L’azienda con sede a Dallas riceve 1,6 miliardi di aiuti per realizzare nuovi impianti

Pubblicato il 20 ago 2024



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C’è fermento nel mondo dei semiconduttori, e tutto fa pensare a grandi manovre per arginare lo strapotere di Nvidia sul fronte dei chip di ultima generazione, quelli dedicati alle applicazioni costruite sull’intelligenza artificiale. Tanto per cominciare, Amd ha firmato un accordo definitivo per l’acquisizione di Zt Systems, provider di infrastrutture AI per alcuni dei principali attori nel settore dell’hyperscale computing.

L’operazione segna una pietra miliare nella strategia di Amd per l’AI, volta a fornire soluzioni di formazione e inferenza dell’AI basate sull’innovazione del silicio, del software e dei sistemi. “L’ampia esperienza di Zt Systems nella progettazione e nell’ottimizzazione di soluzioni di cloud computing”, si legge in una nota del gruppo, “aiuterà inoltre i clienti cloud ed enterprise ad accelerare significativamente l’implementazione su scala dell’infrastruttura AI alimentata da Amd.

Il valore strategico dell’operazione

La transazione, in contanti e azioni, ha un valore di 4,9 miliardi di dollari, e comprende un pagamento contingente fino a 400 milioni di dollari in base a determinate milestone successive alla chiusura.

“L’acquisizione di Zt Systems è il prossimo passo importante nella nostra strategia a lungo termine per l’intelligenza artificiale, volta a fornire soluzioni di formazione e di inferenza che possano essere rapidamente distribuite su scala tra i clienti cloud e aziendali”, spiega la presidente e Ceo di Amd, Lisa Su. “Zt aggiunge un’esperienza di livello mondiale nella progettazione di sistemi e soluzioni su scala rack che rafforzerà in modo significativo i nostri sistemi AI per data center e le nostre capacità di abilitazione dei clienti. Questa acquisizione si basa anche sugli investimenti che abbiamo fatto per accelerare le nostre roadmap hardware e software di AI. La combinazione del nostro acceleratore Instinct AI ad alte prestazioni, delle Cpu Epyc e dei portafogli di prodotti di rete con l’esperienza di Zt Systems nei sistemi per data center leader del settore consentirà ad Amd di fornire infrastrutture AI end-to-end per data center su scala con il nostro ecosistema di partner Oem e Odm”.

Dopo la chiusura della transazione, Zt Systems entrerà a far parte del Data Center Solutions Business Group di Amd. Frank Zhang, ceo di Zt, guiderà l’attività di produzione e il presidente Doug Huang coordinerà i team di progettazione e di abilitazione dei clienti, entrambi riportando a Forrest Norrod, vicepresidente esecutivo e direttore generale di Amd.

“Siamo entusiasti di unirci ad Amd e di svolgere insieme un ruolo ancora più importante nella progettazione dell’infrastruttura AI che sta definendo il futuro dell’informatica”, commenta Zhang. “Per quasi 30 anni abbiamo fatto evolvere la nostra attività fino a diventare un fornitore leader di infrastrutture critiche di calcolo e storage per le più grandi aziende cloud del mondo. Amd condivide la nostra visione sull’importanza del ruolo che la nostra tecnologia e il nostro personale svolgono nella progettazione e nella realizzazione dell’infrastruttura di elaborazione che alimenta i più grandi data center del mondo”.

Texas Instruments riceve un’iniezione di 1,6 miliardi per lo sviluppo dei chip

Nel frattempo il Dipartimento del Commercio statunitense ha annunciato lo stanziamento di 1,6 miliardi di dollari in aiuti a Texas Instruments per lo sviluppo di due impianti di semiconduttori. Il contributo, che rientra nel Chips Act dell’amministrazione Biden, rappresenterà poco meno del 10% dell’investimento totale del gruppo in questi due siti, che dovrebbe raggiungere i 18 miliardi di dollari e creare 2.000 posti di lavoro.

La legge, che risale all’estate del 2022, prevede 52,7 miliardi di dollari per incrementare la produzione di semiconduttori negli Stati Uniti, con l’idea che il denaro pubblico serva da trampolino per gli investimenti privati. In particolare, si punta a raggiungere l’obiettivo di produrre il 20% dei semiconduttori più avanzati al mondo entro il 2030. Oggi, oltre il 90% della produzione di semiconduttori è concentrata in Asia, in particolare a Taiwan, in Corea del Sud, in Giappone e in Cina.

La produzione nei due stabilimenti, in Texas e nello Utah, riguarderà la produzione di chip di attuale generazione e dei cosiddetti chip a nodo maturo, che sono tra gli elementi di base della stragrande maggioranza dei sistemi elettronici odierni. Questi tipi di chip non sono i più redditizi per un’azienda, ma sono necessari per potenziare la catena di fornitura di semiconduttori degli Stati Uniti, ha dichiarato la segretaria al Commercio, Gina Raimondo, in una nota.

“Durante la pandemia, la carenza di questo tipo di chip ha alimentato l’inflazione e reso il nostro Paese meno sicuro”, spiega Gina Raimondo. “Con questo investimento, l’amministrazione Biden-Harris vuole contribuire a rendere sicura la catena di approvvigionamento”.

Si tratta del 16esimo investimento nell’ambito del Chips Act: sono già stati impegnati 30 miliardi di dollari, a sostegno di un contribuito privato totale di oltre 400 miliardi di dollari negli Stati Uniti da quando è stata approvata la legge.

Secondo l’associazione dell’industria dei semiconduttori, quest’ultimo finanziamento consentirà agli Stati Uniti di produrre il 28% dei chip di ultima generazione entro il 2032, rispetto allo zero attuale.

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