Tra i maggiori indiziati del rischio di licenziamento che incombe su un terzo dei dipendenti di Groupon in Italia ci sono le procedure automatizzate che il gruppo avrebbe intenzione di introdurre nei propri stabilimenti per contenere i costi e contrastare i cali di fatturato. A denunciarlo è la Filcams Cgil, che in una nota fa il putno della situazione su una vertenza ancora agli inizi. “È significativo – afferma Massimo Mensi della Filcams Cgil nazionale – come il costo del lavoro sia sempre la prima voce da eliminare senza scrupoli e preoccupazioni: una modalità figlia dei tempi attuali, che continua a svilire il lavoro e il lavoratore, considerati orami solo un costo”.
“Stiamo attualmente dialogando con i Sindacati in merito al piano di riorganizzazione di Groupon Italia – replica l’azienda a CorCom – ciò che più ci interessa in questo momento sono le persone. Groupon Italia è impegnata a supportare tutti coloro che sono coinvolti in questo difficile momento di transizione”. “Come tutte le aziende che stanno crescendo – spiegano da Groupon – cerchiamo continuamente di rendere le nostre attività sempre più efficaci per i nostri clienti e i nostri partner commerciali. Negli ultimi anni abbiamo fatto progressi sostanziali nello sviluppo dell’organizzazione e nell’implementazione di nuove tecnologie. Siamo ora nella situazione di poter dimensionare correttamente l’Azienda beneficiando dei servizi sviluppati in questi anni a livello internazionale”. “Non è nulla di nuovo – conclude Groupon – è la strada che abbiamo sempre seguito per garantire il successo e la crescita del nostro business nel lungo periodo. Le attività procedono regolarmente per i nostri clienti e per i nostri partner commerciali”.
La ristrutturazione non riguarderebbe soltanto l’Italia, ma anche altri paesi europei. “Groupon – spiega la Filcams – infatti ha comunicato l’avvio di una procedura di riduzione del personale di 128 dipendenti, su un totale complessivo di 363, per la maggior parte donne. L’azienda, ben lontana da qualsiasi tipo di crisi, lamenta invece il calo del fatturato, a causa del quale è costretta a rivedere la propria struttura dei costi e l’avvio di nuove procedure automatizzate”.
“Nessuna crisi economica, nessuna perdita – sottolineano dal sindacato – ma un leggero calo del fatturato, che può essere dovuto alla stabilizzazione dell’azienda, sono i presupposti che stanno portando al licenziamento di più del 30% del personale, tra l’altro escludendo la possibilità di utilizzo della cassa integrazione, della rimodulazione dell’orario o di un’eventuale ricollocazione del personale”. “A breve – conclude Mensi – inizierà il confronto con le organizzazioni sindacali, secondo i termini della procedura di licenziamento collettivo arrivata sul tavolo dei sindacati”.