IL CASO

Google nei guai anche in Asia, l’Indonesia batte cassa per 400 mln di dollari

Il Fisco accusa BigG di non aver pagato le tasse per 5 anni: “La pianificazione fiscale è illegale se il paese in cui il fatturato viene generato non riceve un soldo”. Nel mirino anche gli altri Over the top

Pubblicato il 19 Set 2016

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I guai per i colossi del mondo hitech americano in materia fiscale sono solo cominciati, e non riguardano solo l’Europa. L’Indonesia intende chiedere a Google, o meglio ad Alphabet, la capogruppo che include tutte le attività del colosso del web, cinque anni di tasse arretrate che Big G non avrebbe pagato. Si tratta di una bolletta molto salata se, come riporta oggi l’agenzia di stampa Reuters, solo per il 2015 Google avrebbe evaso imposte per 400 milioni di dollari.

Muhammad Hanif dell’agenzia delle Entrate indonesiana ha indicato che rappresentanti del suo dipartimento, che si occupa di indagini in materia di evasione, si sono recati negli uffici locali di Google. L’ufficio dell’erario indonesiano sostiene che Google Indonesia abbia pagato meno dello 0,1% dell’imposta sul reddito dovuta lo scorso anno. Google Indonesia si è limitata a commentare che sta collaborando con le autorità locali e che ha pagato tutte le imposte dovute.

Se sarà dimostrato che ha “barato” sulle tasse, il colosso americano rischia di subire multe pari a quattro volte la somma dovuta al fisco dell’Indonesia: nel 2015 si tratta dell’equivalente di circa 420 milioni di dollari, ha detto Hanif, ma non è chiaro quale sarebbe la cifra applicabile ai cinque anni di arretrati contestati dall’agenzia delle Entrate indonesiana.

La maggior parte del fatturato che Google genera in Indonesia viene registrato presso la sede centrale di Google per l’Asia Pacifico, a Singapore. Google Asia Pacific ha rifiutato un’audit lo scorso giugno e questo ha spinto l’erario a trasformare l’ispezione in un caso con possibili conseguenze penali, spiega Reuters: anche la Polizia è coinvolta e i vertici di Google Indonesia che hanno ruoli anche in Google Asia Pacific sono stati chiamati a presentarsi presso l’agenzia delle Entrate.

Google sostiene che fa solo pianificazione fiscale”, afferma Hanif. “il tax planning è legale ma se diventa aggressivo al punto che il paese in cui il fatturato viene generato non riceve niente, non lo è più”.

E’ raro che un’indagine di un paese sui meccanismi di pagamento delle tasse delle multinazionali subisca un’escalation del genere fino a diventare indagine penale, nota Reuters. I tribunali indonesiani impiegano in media tre anni per emettere una sentenza in questi casi. L’agenzia delle Entrate dell’Indonesia però nel frattempo non si ferma: l’intenzione è di studiare le pianificazioni fiscali di altri fornitori over-the-top di contenuti attivi nel paese, ha annunciato Hanif. Non a caso: il ministero indonesiano per le comunicazioni e l’informazione sta lavorando su un nuovo set di regole per gli Ott e l’agenzia delle Entrate ha proposto che qualunque azienda con una presenza Internet in Indonesia sia tassata.

Per Hanif, Google e Facebook controllatno il 70% delle entrate dell’industria della pubblicità online dell’Indonesia, che varrebbe 830 milioni di dollari; tuttavia occorrerà anche mettersi d’accordo sulle cifre, perché uno studio condotto da Google con la società di investimenti di Singapore Temasek dice che il mercato indonesiano del digital advertising vale 300 milioni di dollari.

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