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Guerra alla pirateria, un “tatuaggio” digitale per proteggere il copyright

Parla Harrie Tholen, managing director di NexGuard specializzata in watermarking forense: “Si rintraccia la fonte che ha condiviso il contenuto illegalmente e chiudiamo lo streaming”

Pubblicato il 09 Ago 2017

Antonello Salerno

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“Più il contenuto è di valore, più cresce il bisogno di proteggerlo durante le fasi di produzione e distribuzione. Il fenomeno della pirateria si diffonde a macchia d’olio e costituisce sempre più una minaccia per i settori creativi. Tuttavia, c’è ancora speranza per le industrie creative. All’interno del piano Creative Europe’s Slate Funding, l’UE investirà 12 miliardi di euro nella produzione di nuovi film e programmi TV. A beneficiare di una continua creatività sono anche i colossi dell’industria come Universal Pictures che per la seconda volta quest’anno ha riportato un guadagno di $4 miliardi al botteghino”. Lo dice a CorCom Harrie Tholen, Managing Director di NexGuard, società specializzata in soluzioni di watermarking forense per il mondo del cinema e dell’intrattenimento.

Il ragionamento di Tholen parte dai dati pubblicati a giugno da Fapav sulla pirateria digitale in Italia nel 2016, da cui emerge che ogni anno il fenomeno costa alle industrie del cinema e della TV rispettivamente 518 e 181 milioni di euro, che i film sono il tipo di contenuto più piratato, guardati illegalmente dal 33% degli adulti, che le serie e i programmi TV sono sempre più piratati, con un aumento del 78% dal 2010 e che il 46% degli adolescenti tra i 10 e i 14 anni vede programmi TV illegalmente.

Harrie Tholen

Tre le possibili soluzioni di sicurezza individuate da Tholen per arginare il fenomeno, a partire dall’accesso condizionato (CA) e i Digital Rights Management (Drm), “tecnologie di crittografia garantiscono che l’accesso al contenuto sia riservato ai soli abbonati – spiega l’esperto – Il CA controlla il sistema broadcast lineare, mentre i DRM permettono agli abbonati di accedere al contenuto OTT su qualsiasi dispositivo”. Poi le notifiche di monitoraggio e di rimozione: “Il contenuto diventa preda dal momento in cui è prodotto – sottolinea Tholen – Il Dmca (Digital Millennium Copyright Act) è stato introdotto proprio perché richiesto dall’industria, per rafforzare ed implementare la legge a protezione del copyright senza dimenticare i diritti dei proprietari di tale materiale e dei fornitori di servizi internet. Attraverso le notifiche di rimozione, le industrie creative possono richiedere legalmente la rimozione di contenuto infranto da fonti non autorizzate”. Infine il watermark forense: “Un modo piuttosto unico per rintracciare il contenuto – spiega – attraverso un codice d’identificazione invisibile come fosse un tatuaggio digitale. Questo è l’unico modo per localizzare la fonte originale che ha condiviso il contenuto illegalmente sulla rete, che siano state apportate delle modifiche o meno. Se un pirata ha registrato un film al cinema, condiviso una partita di calcio su Periscope o la scena di un programma su Instagram, la fonte iniziale del leak può essere rintracciata, lo streaming può essere chiuso e l’accesso alla fonte non autorizzata negato”.

Al di là delle misure di protezione, poi, sono state messe in atto negli ultimi tempi diverse iniziative per proteggere i prodotti della creatività: “Il 13 giugno – aggiunge Tholen – è stata fondata l’Alliance for Creativity and Entertainment (Ace), creata dai produttori di contenuti più influenti al mondo. Ace ha come obiettivo quello di ridurre la pirateria attraverso la creazione di un mercato legale più ampio per il contenuto digitale e una maggiore collaborazione nell’industria. Grazie all’influenza di questi colossi del mondo del cinema e della TV, Ace è una forza che non va sottovalutata”.

“Un palinsesto creativo è il fattore che più incoraggia gli spettatori a scegliere di andare al cinema, di guardare il contenuto in TV o sul cellulare – conclude il managing director di NexGuard – Offrendo soluzioni per combattere la pirateria, giochiamo un ruolo cruciale nel proteggere la fonte di reddito di milioni di professionisti del settore creativo che lavorano duramente per dar vita a concetti spesso astratti attraverso esperienze coinvolgenti di cui gli spettatori sono appassionati. La pirateria non è soltanto una minaccia per le case di produzione ma soprattutto per la vita di milioni di persone che lavorano nel settore. L’industria del cinema e dell’intrattenimento è una delle più influenti al mondo ed è compito di ognuno di noi garantire che la magia del settore rimanga intatta”.

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