Apple entra con un colpo di scena nel mercato dello streaming video. Titoli di qualità (Steven Spielberg ha fatto da super-testimonial all’Apple Spring Event di marzo), ma soprattutto prezzi bassi per l’abbonamento: costerà 5 dollari al mese contro i 10 previsti. Anche per questo “riuscirà alla grande a reggere la concorrenza di Netflix”, è la previsione di un esperto, Simon Gallagher, oggi responsabile di diritti e strategie media a Spg ma soprattutto ex top manager a Netflix e Hulu.
L’annuncio di ieri dell’aggressiva strategia di prezzi ha provocato un aumento delle azioni del 2,82% tornando in linea con le quotazioni migliori e un ritorno alla capitalizzazione di mercato di 1 trilione di dollari.
Il servizio debutta il primo novembre. Gli utenti otterranno un abbonamento gratuito di un anno acquistando un nuovo iPhone, iPad, Mac o Apple TV. Anche il nuovo iPhone avrà prezzi più bassi del solito – l’iPhone 11 parte da una base di 699 dollari.
Eppure rimangono in campo alcune voci critiche secondo cui le offerte di contenuti, nel corso del primo anno, potrebbero non essere all’altezza di quelle dei competitor e dunque non reggere in un mercato già affollato: negli Usa esistono già le piattaforme di film e serie TV di Netflix, HBO, Showtime, Hulu, WarnerMedia di AT&T e NBCUniversal di proprietà di Comcast che presto lanceranno servizi propri. La piattaforma Disney verrà lanciata due settimane dopo quello di Apple a 7 dollari al mese.
Il nuovo servizio di Apple partirà schierando 9 contenuti con star stellari (fra gli altri Jennifer Aniston e Steve Carell): “Credo che Apple si muova in maniera molto cauta su questo fronte – dice Gallagher -. L’offerta sembra improntata a generi non solo popolari, ma di alta qualità”.
C’è attesa anche anche sulle offerte di servizi come il game Apple Arcade lanciato il 19 settembre in 150 paesi, che permette agli abbonati l’accesso a oltre 100 titoli esclusivi titoli da scaricare dal proprio iPhone, iPad, Mac o Apple TV. Costerà 5 dollari al mese.
L’incursione di Apple nello streaming video rappresenta l’ultimo tentativo dell’azienda di ridurre la dipendenza dalla vendita di hardware: recentemente ha registrato un calo di vendite del 12% di iPhone.
Non c’è solo il prezzo basso a favorire il debutto di Apple streaming: l’azienda può contare su un “collegio elettorale” di 1,4 miliardi di dispositivi nel mondo e sulla proverbiale capacità di marketing che poggia anche sulla rete di store fisivci. Una bella base di partenza, secondo Gallagher, che costringerà molti partner dello streaming a collaborare con Cupertino.