“Ogni stagione porta nelle sue ultime creazioni un qualche segnale segreto delle cose future”. Queste parole di Walter Benjamin sembrano particolarmente calzanti per descrivere ciò che è successo nel settore televisivo negli ultimi due giorni a Roma. L’Associazione HD Forum guidata da Benito Manlio Mari ha messo in piedi un summit con l’Associazione HbbTV per dare il benvenuto alla piattaforma HbbTV 2 nel nostro paese. Si tratta dello standard europeo per i servizi interattivi di ultima generazione veicolati dai broadcaster attraverso smart TV e decoder. Si basa sull’Html5, il linguaggio del Web, e diventerà “di serie” sui televisori che troveremo sugli scaffali dei negozi nell’arco del prossimo semestre.
Schiacciando il tasto blu del telecomando si abbandona la dimensione broadcast per entrare nella dimensione broadband. Le conseguenze di questo matrimonio sono tante, tutte nel segno della convergenza e dell’integrazione. A cominciare dalle piattaforme di distribuzione dei segnali – digitale terrestre, satellite e IP diventano paritarie – per finire al dialogo tra schermo televisivo e altri device. L’utente potrà far cominciare da capo un determinato programma oppure vedere scene aggiuntive tratte dalle puntate precedenti di una fiction.
Anche la pubblicità diventa “su misura” a patto che l’utente abbia rilasciato il consenso e che soprattutto sia profilato. Durante la trasmissione degli spot, inoltre, è possibile navigare con il telecomando all’interno di una sorta di mini sito del prodotto, ricevendo magari buoni sconto spendibili nel supermercato di zona oppure un QR code fotografabile.
Caratteristiche che si ritrovano nella suite HbbTV2 di Mediaset che sarà on air a partire dal prossimo 6 novembre per tutti i possessori di smart TV compatibili con l’HbbTV 2. Le nuove app comprendono TgCom, Sport Mediaset e Meteo.it e sono state elaborate nell’ambito del progetto europeo MPAT (Multi-Platform Application Toolkit), teso proprio allo sviluppo di soluzioni software del genere.
La Rai guarda invece alla missione di servizio pubblico e a breve varerà la sua app per la “TV rallentata”, sviluppata dal Centro Ricerche di Torino e da Rai Digital. Una soluzione che appunto permette di rallentare l’audio e il video per facilitare la fruizione da parte degli anziani oppure agevolare l’apprendimento delle lingue nel caso di programmi disponibili non solo in italiano.
In partita anche i satellitari che hanno abbracciato l’HbbTV con l’obiettivo di rendere sempre più appetibile l’offerta gratuita dallo spazio: Tivùsat ha lanciato ‘Tivùon’, mentre Eutelsat ha varato Sat.Tv. E anche il Vaticano mostra curiosità nei confronti di ecosistema, come conferma il video messaggio di saluto fatto pervenire al summit dal prefetto della Segreteria per la Comunicazione della Santa Sede, mons. Dario Edoardo Viganò.
Dunque risultato positivo per Mari e i suoi, che hanno tracciato i contorni di un nuovo presidio tecnologico alla luce dei mutati assetti produttivi e di mercato che investono il settore televisivo. HD Forum Italia, inoltre, promette di supportare le istituzioni per lo switch off e annuncia l’imminente pubblicazione dell’Ultra HD Book 1.0, il volume tecnico che definisce le specifiche degli apparati televisivi di prossima produzione. Con un avvertimento: questa volta non si parla di TV del futuro, ma di TV del domani. L’unica precondizione è che le abitazioni siano connesse contemporaneamente al digitale terrestre, al satellite e alla banda ultra larga.