A sei mesi dall’entrata in carica come chief executive di
Hewlett-Packard, il compito di Leo Apotheker sembra più difficile
che mai. La più grande azienda tecnologica del mondo ha ridotto le
previsioni per utili e fatturatto per il suo anno fiscale in un
report messo insieme in grande fretta dopo che un’email dello
stesso Apotheker che avvisava gli executive dell’arrivo di
“tempi duri” è trapelata su Bloomberg News (con conseguenze
anche in Borsa, dove il titolo Hp è scivolato del 7,3% subito dopo
la notizia).
Si tratta della seconda volta che il Ceo deve abbassare il forecast
per l’anno fiscale, dopo aver invece alzato gli obiettivi
finanziari di Hp al momento della nomina, a novembre. Apotheker
afferma che la causa sono anche fattori al di fuori del suo
controllo, come il terremoto in Giappone e i feroci tagli dei costi
decisi dal suo predecessore Mark Hurd, che ha licenziato 48.000
persone con grave danno per il business dei servizi di Hp, e ha
assicurato agli investitori che ora sono previsti nuovi
investimenti per rivitalizzare le attività più redditizie.
Ma alcuni analisti non sono più convinti della validità del
management del colosso hitech: Jason Norris, senior vice president
della ricerca presso la Ferguson Wellman Capital Management, che ha
venduto quasi tutte le sue azioni Hp negli ultimi sei mesi, non
pensa che Apotheker sia in grado di traghettare con successo Hp
attraverso le acque in tempesta.
Hp era ritenuta una solida macchina che sfornava guadagni sotto il
precedente Ceo Hurd. Apotheker ha cercato di rifocalizzare
l’azienda su aree più profittevoli come lo sviluppo software,
che ancora rappresenta solo una piccola frazione del fatturato, e
di sfruttare meglio l’ampio portafoglio di attività
dell’azienda. Ma la rifocalizzazione sta avvendo con lentezza e
intanto Hp ha dovuto affrontare problemi strutturali nella sua
divisione servizi, che rappresenta il 28% delle revenues ma
gestisce per lo più lavoro con bassi margini, come installare
computer. Apotheker critica la precedente gestione di Hurd che, a
suo dire, non ha assunto il personale necessario per dedicarsi allo
sviluppo del software.
Un altro problema del colosso americano, nota oggi il Wall Street
Journal, è la flessione del mercato dei Pc consumer. Hp è il più
grande produttore mondiale di personal computer, ma la popolarità
dei tablet, come afferma Apotheker, e anche la crescita di rivali
come Dell, aggiungono gli analisti, hanno determinato nel secondo
trimestre un calo del 5% delle vendite della divisione Pc di Hp,
perché l’aumento del 13% delle vendite alle aziende è stata
annullata dalla flessione del 23% delle vendite ai consumatori.
Il fatturato della divisione servizi è salito del 2%, ma l’utile
operativo è leggermente sceso. Nel complesso, gli utili del
trimestre terminato il 30 aprile sono saliti del 5% a 2,3 miliardi
di dollari e le revenues sono aumentate del 3% a 31,63 miliardi,
perciò Apotheker invita gli analisti a considerare che il secondo
trimestre "è andato molto bene". Ciò non toglie che
nella sua email ai top manager il Ceo di Hp abbia annunciato
l’arrivo di un nuovo “trimestre difficile, dove dovremo
guardare ogni centesimo che spendiamo e ridurre al minimo le
assunzioni”. E intanto per l’anno intero il fatturato sarà di
129 miliardi, e non 130 come inizialmente previsto, e gli utili
senza alcune voci straordinarie intorno ai 5 dollari per azione,
mentre gli analisti sentiti da Bloomberg puntavano su revenues per
130,3 miliardi e utili di 5,24 dollari.