Hewlett-Packard si prepara a tagliare ancora posti di lavoro, fino a 16.000, espandendo il piano di ristrutturazione già avviato nel 2012, per rivitalizzare il business, che soffre soprattutto nelle aree tradizionali dei personal computer e delle stampanti, rilanciarsi in settori ad alta crescita come il software, l’analisi dei dati e le attrezzature di rete per il mercato enterprise, e allentare la pressione sui margini di profitto.
L’annuncio della nuova fase della rigida cura dimagrante per il colosso informatico è arrivato ieri sera in concomitanza con la pubblicazione dei conti trimestrali, avvenuta inaspettatamente prima della chiusura di Wall Street. Come riporta l’agenzia di stampa Reuters, il comunicato societario è stato erroneamente pubblicato sul sito Internet del gruppo e i dettagli sono stati diffusi immediatamente dai media americani.
I risultati trimestrali descrivono un quadro in chiaro-scuro che ha spinto Hp a proseguire col programma di riorganizzazione. Nel secondo trimestre fiscale, terminato il 30 aprile, il gruppo ha visto i profitti arrivare a quota 1,27 miliardi di dollari, in rialzo del 18% rispetto agli 1,08 miliardi dello stesso periodo dell’anno prima, ma i ricavi sono scesi dell’1% a 27,31 miliardi di dollari, meno dei 27,41 miliardi attesi dal mercato. Si tratta dell’undicesimo trimestre consecutivo in cui Hp registra vendite in flessione. Al netto di voci straordinarie, gli utili per azione sono passati a 88 da 87 centesimi, in linea con le stime degli analisti.
La divisione Personal Systems ha visto il giro d’affari crescere del 7%, in quella delle stampanti il fatturato è sceso del 4%, mentre i servizi alle aziende, tra cui consulenza e sicurezza informatica, hanno registrato ricavi in flessione del 7%.
Per il trimestre in corso, Hp si aspetta utili per azione al netto di voci straordinarie tra gli 86 e i 90 centesimi contro stime di 89 centesimi. Per l’intero anno fiscale, Hp ha rivisto al rialzo la parte alta della forchetta delle sue previsioni e ora si aspetta un dato tra i 3,63 dollari e i 3,75 dollari per azione.
In passato la società aveva detto che avrebbe tagliato 34.000 posti di lavoro , ma ora il totale sale oltre quota 50.000. Al 31 ottobre scorso Hp contava 317.500 dipendenti.
La Ceo Meg Whitman, da quasi tre anni impegnata nella ristrutturazione di Hp, ha dichiarato che il gruppo continua a cercare modi per snellire le sue operazioni in tutte le sue attività, che comprendono computing, networking, storage e software, ma ha tenuto a precisare che i posti di lavoro nella ricerca, considerata essenziale per l’innovazione di Hp e la sua crescita nel lungo termine, non saranno toccati, anzi aumenteranno. Hp taglierà ancora nelle “aree non centrali per il rapporto col cliente e lo sviluppo di innovazione”, ha detto la Ceo. “La spesa in R&D continuerà invece a crescere”.
“La trasformazione è in corso e la svolta è vicina”, ha detto ancora la Whitman. “Stiamo dando forma a una nuova Hp, più snella, con costi inferiori, più centrata su clienti e partner, capace di competere a testa alta in un panorama It in rapido cambiamento”. Dopo l’inaspettata pubblicazione dei risultati trimestrali, mezz’ora prima della chiusura delle contrattazioni a Wall Street, le azioni di Hp hanno perso il 2,3%, per poi recuperare alcuni punti e portarsi a un -1,8% nel trading after-hours. Segno della delusione del mercato per una trimestrale ancora non del tutto positiva, ma finora la strategia della Whitman ha convinto: nel 2014 le azioni Hp hanno guadagnato il 17,6%.