Hp contro Oracle, è scontro su Itanium

Braccio di ferro legale tra due ex alleate divenute rivali dopo l’acquisizione di Sun. Oggetto del contendere l’interruzione, da parte della società capitanata da Ellison, del supporto al software per database che gira sul processore di Intel impiegato nei server di fascia alta

Pubblicato il 16 Giu 2011

Da alleata a “aspra antagonista”: con queste parole
Hewlett-Packard ha commentato quello che ritiene il
“voltafaccia” di Oracle facendole causa in California per
violazione dei termini del contratto che legava le due aziende. La
causa cita l’assuzione da parte di Oracle nel 2010 dell’ex Ceo
di Hewlett-Packard Mark Hurd ma soprattutto l’annuncio, a marzo
di quest’anno, da parte di Oracle che avrebbe interrotto il
supporto al suo software per database che gira su processore
Itanium di Intel, quello impiegato da Hp nei server di fascia
alta.

Hp ritiene che questa decisione violi “impegni legalmente
vincolanti” che Oracle aveva preso con Hp e i loro 140.000
clienti congiunti. “Riteniamo che questo sia un tentativo
illegale per forzare i clienti a passare dalle piattaforme Hp
Itanium a quelle della stessa Oracle”, dichiara Hp. Oracle
avrebbe anche utilizzato "le maniere forti" per
costringere i clienti a "passare da server Hp con Itanium a
server Oracle", si legge nella causa.

Da parte sua Oracle respinge le affermazioni di Hp secondo cui
sarebbe legalmente vincolata a supportare il software che gira su
Itanium e replica dicendo che Hewlett-Packard era a conoscenza di
piani di Intel di abbandonare questo processore a favore di nuove
generazioni di chip; anzi Hp avrebbe ingannato i clienti e gli
azionisti inducendoli a credere che il processore sarebbe ancora
stato supportato da Intel. Per Oracle l’accusa di Hp è falsa:
"Hp ha chiesto esplicitamente ad Oracle di garantire
continuità di supporto per Itanium, Oracle si è rifiutata e
quindi la clausola sulla garanzia di supporto degli Itanium è
stata eliminata dal testo definitivo dell'accordo che abbiamo
firmato", afferma Oracle.

Oracle aveva detto a marzo che non avrebbe più sviluppato software
per server basati su Itanium perché il processore era "alla
fine del suo ciclo di vita". Per Hewlett-Packard questa
decisione mette a repentaglio i clienti e rischia di costare
centinaia di milioni di dollari in produttività persa: il
portavoce di Hp Bill Wohl dichiara infatti che la causa intentata
dall’azienda vuole proteggere innanzitutto i clienti. Il colosso
It chiede a Oracle di tornare indietro sulla sua decisione,
supportare ancora Itanium e cambiare anche il programma di licenze
per questo processore, ha aggiunto Wohl.

Josh Greenbaum, analista specializzato nell’industria del
software presso la Enterprise Applications Consulting a Berkeley,
in California, pensa che Hewlett-Packard abbia deciso di ricorrere
alle vie legali per proteggere una remunerativa linea di server che
utilizza il chip Itanium. La decisione di Oracle di non supportare
più il software che gira su questo chip potrebbe essere costosa
per i clienti, visto che i database Oracle sono una parte dei
sistemi aziendali che non viene facilmente sostituita nel breve
periodo. "I database sono alcuni tra gli elementi più longevi
del software di un sistema It", nota Greenbaum. Se i clienti
saranno costretti a spostare i programmi fuori dai server Itanium,
dovranno acquistare nuove licenze per database da Oracle, aggiunge
l’analista.

Aakre Kari, portavoce di Intel, ha intanto ribadito l’impegno
dell’azienda di Santa Clara a produrre il chip Itanium. "Il
nostro lavoro su Itanium continua sia sui processori che sulle
piattaforme che lo supportano", ha fatto sapere Aakre.
"Lavoriamo su diverse generazioni di chip”.

Hewlett-Packard è l'utente principale degli Itanium nei server
venduti per gestire i grandi database aziendali e ha sviluppato il
chip congiuntamente con Intel. Oracle è il più grande produttore
di software per database ed è diventata concorrente di
Hewlett-Packard nei server dopo aver acquisito Sun Microsystems e
la sua gamma di chip Sparc. E' evidente che la causa legale
nasconde una rivalità commerciale che va oltre la disputa sulla
clausola di un contratto.

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