Non rieleggeteli: questo il consiglio di Institutional Shareholder Services (Iss), una delle principali proxy firm del mondo, agli shareholder di Hewlett Packard che dovranno votare la riconferma di alcuni top-manager.
In pratica Iss, società di consulenza per gli azionisti delle public company, ha raccomandato ai possessori di azioni del colosso informatico statunitense di votare contro la rielezione del presidente del consiglio di amministrazione, Ray Lane, e di due membri del board, John Hammergreen e G. Kennedy Thompson, per via del loro ruolo nell’acquisizione, nel 2011, della controllata britannica Autonomy Corporation Plc.
Lo scorso 20 novembre Hp decise di svalutare per 8,8 miliardi di dollari Autonomy, acquistata l’anno precedente per 11,1 miliardi di dollari, a seguito di un’indagine interna che aveva portato alla luce “gravi irregolarità contabili, mancanza di trasparenza e vere e proprie contraffazioni” dei dati finanziari della società di software.
“Gli sviluppi sul caso Autonomy potranno proseguire anche nei prossimi mesi – scrivono i responsabili di Iss in un report – ma intanto è chiaro che il processo di due diligence avvenuto all’epoca non era efficace”. Secondo la proxy firm, Lane, Hammergreen e Thompson “hanno le responsabilità maggiori per un fallimento che ha avuto costi molto elevati”.
Il mese scorso un consulente di un sindacato di pensionati aveva detto che avrebbe lottato contro la rielezione di Hammergreen e Thompson.
Oltre all’affaire Autonomy, che ha scatenato molte critiche e polemiche, l’anno fiscale 2012 di HP è stato caratterizzato dal crollo dei profitti e dall’annuncio di un massiccio piano di ristrutturazione. Come conseguenza sono stati tagliati i compensi di alcuni alti dirigenti e dello stesso amministratore delegato Meg Whitman.