Hewlett-Packard (HP) non ha alcuna intenzione di vendere Autonomy e Eds (Electronic Data Systems), nonostante le numerose offerte di acquisto per le due controllate. Lo sostiene il Wall Street Journal, citando fonti anonime secondo le quali l’amministratore delegato Meg Whitman starebbe continuando a rifiutare proposte che arrivano da ogni parte. Lo stesso quotidiano aveva scritto, in un precedente articolo, che il gruppo informatico statunitense stava ricevendo con regolarità “espressioni di interesse” da una serie di potenziali acquirenti. Dopo la smentita della vendita, le azioni di HP sono salite di oltre il 4% alla Borsa di New York.
I rumors erano in realtà iniziati quando il gigante californiano aveva scritto in un documento presentato alla Sec, organismo statunitense di controllo della Borsa, che stava “continuando a valutare la potenziale messa a disposizione di assets e business che potrebbero non aiutarci più a raggiungere i nostri obiettivi”.
La vicenda di Autonomy è stata un duro colpo per l’azienda, già messa alla prova da una perdurante crisi. Lo scorso 20 novembre Hp ha deciso di svalutare per 8,8 miliardi di dollari la controllata britannica Autonomy Corporation Plc, acquistata l’anno precedente per 11,1 miliardi di dollari. Motivo: un’indagine interna che ha portato alla luce “gravi irregolarità contabili, mancanza di trasparenza e vere e proprie contraffazioni” dei dati finanziari della società di software.
Oltre all’affaire Autonomy, che non ha mancato di scatenare critiche e polemiche, l’anno fiscale appena trascorso è stato caratterizzato dal crollo dei profitti e dall’annuncio di un massiccio piano di ristrutturazione. Una cattiva performance che ha avuto tra le molteplici conseguenze il taglio dei compensi di alcuni alti dirigenti e della stessa Whitman. L’ad si è portata casa solo il 70% di quanto inizialmente stabilito, pur incassando in definitiva oltre 15 milioni di dollari.
Quale “gesto simbolico di rinascita dell’azienda” (così l’ha definito la stessa Whitman), HP ha annunciato oggi l’apertura di un Executive Briefing Centre, nuovo spazio di 37.700 metri quadrati adiacente ai locali dell’azienda già esistenti a Palo Alto, in California.