Hewlett-Packard dice addio al suo presidente Ray Lane, che ha deciso di lasciare la sua carica due settimane dopo aver evitato per un soffio la sua esclusione dal consiglio di amministrazione nel corso dell’assemblea annuale degli azioni del produttore di pc. Rimarrà nel cda del gruppo.
Ralph Whitworth, investitore attivista entrato nel cda del gruppo dal novembre 2011, lo sostituirà fino a quando non verrà individuato un nuovo manager. Al momento della rielezione del board Lane aveva ricevuto solo il 59% dei voti in favore alla sua rielezione. L’anno prima aveva raccolto il 96% delle preferenze. John Hammergren e Ken Thompson, direttori di HP di più lunga data, avevano raccolto soltanto il 54% e 55% dei voti rispettivamente. I due hanno deciso di lasciare il board. Whitworth aveva invece registrato un 96% di preferenze.
Institutional Shareholder Services, una società di consulenza, aveva fatto pressione sugli azionisti HP per votare contro la rielezione del presidente Lane e dei due direttori. Il motivo: avere gestito male l’acquisizione del 2011 della società di software Autonomy.
A novembre Hp aveva svalutato per 8,8 miliardi di dollari la controllata britannica Autonomy Corporation Plc, acquistata lo scorso anno per 11,1 miliardi di dollari, dopo che un’indagine interna aver rilevato “gravi irregolarità contabili, mancanza di trasparenza e vere e proprie contraffazioni” dei dati finanziari della società di software”.
Adesso l’amministratore delegato Meg Whitman ha maggiore spazio di manovra nel tentativo di rilanciare il gruppo che è tra i migliori in ambito tecnologico in termini di vendite ma da anni è alle prese con perdite, acquisizioni poco convincenti e vorticosi giri di poltrone. In una giornata negativa a Wall Street, con indici in calo di circa l’1%, il titolo HP è rimasto piatto a 21,91 dollari.