Hp ha svalutato per 8,8 miliardi di dollari la controllata britannica Autonomy Corporation Plc, acquistata lo scorso anno per 11,1 miliardi di dollari.
Lo ha deciso al termine di un’indagine interna che ha portato alla luce “gravi irregolarità contabili, mancanza di trasparenza e vere e proprie contraffazioni” dei dati finanziari della società di software.
A quel punto il gruppo californiano ha chiesto alle autorità britanniche e statunitensi di aprire un’inchiesta sulle “attività deliberate” messe in atto da alcuni dirigenti di Autonomy “per gonfiare i dati finanziari della società al fine di indurre in errore gli investitori e i potenziali acquirenti”.
“Hp è estremamente delusa nell’apprendere che alcuni ex membri del team di gestione di Autonomy hanno fatto ricorso a criteri contabili impropri al fine di gonfiare i parametri finanziari della società prima della sua acquisizione”, è scritto nel comunicato diffuso dall’azienda.
Immediata la reazione di Wall Street. All’inizio delle contrattazioni il titolo è scivolato fino a -14%, toccando il minimo degli ultimi dieci anni.
Il gruppo informatico statunitense ha chiuso l’esercizio 2011-2012 con una maxi perdita da 12,65 miliardi di dollari, di cui 6,85 miliardi nel solo quarto trimestre. Negli ultimi tre mesi dell’esercizio i ricavi sono scesi del 7% a 30 miliardi di dollari anche per via del calo nella domanda di pc tradizionali, a fronte di una crescente richiesta di tablet. Il mese scorso la stessa presidente e Ceo Meg Whitman aveva ammesso che i profitti di Hewlett-Packard per il 2013 sarebbero stati inferiori al previsto e ci sarebbe voluto del tempo per riprendersi dalla crisi.
Per tentare di recuperare posizioni, l’azienda di Palo Alto ha dichiarato di voler “estendere la leadership nei principali settori che trainano gli investimenti IT, cioè il cloud computing, l’ottimizzazione delle informazioni e la sicurezza dei dati”.