(Londra) – Cinque iniziative per accelerare la digital transformation del settore delle telecomunicazioni. Le ha annunciate ieri Huawei durante il briefing con la stampa e gli analisti, organizzato a Londra in vista del Mobile World Congress che si svolgerà a Barcellona dal 22 al 25 febbraio. Il colosso cinese ha presentato, anticipando alcune delle soluzioni innovative che saranno svelate in terra catalana all’inizio della prossima settimana, quella che in realtà appare più una strategia di lungo corso e ampio raggio che un mero elenco di progetti. Diversi i campi di applicazione, dall’Internet of Things ai servizi video passando per le nuove reti 4.5G e la sicurezza delle metropoli, per un obiettivo chiaro: accompagnare le telco nel futuro dell’era digitale.
“Creeremo nuove opportunità per il mercato delle telecomunicazioni, cooperando con i carrier e supportando ulteriormente i nostri 600 partner”, ha esordito William Xu, direttore esecutivo del board e chief strategy marketing officer di Huawei, annunciando la new strategy di Huawei fondata su “apertura, collaborazione e condivisione” nell’ecosistema Tlc.
“Huawei è focalizzata sul proprio core business e si impegna a favorire la trasformazione digitale degli operatori grazie a continui investimenti strategici. Crediamo che l’impegno e la perseveranza focalizzati sul lungo termine porteranno al successo”, ha aggiunto Ryan Ding, executive director del Board e presidente Products & Solutions di Huawei.
“Il progresso della digital economy non ammette pause al mercato”, ha fatto loro eco subito dopo il cto Product and Solutions San-qi Li -. Queste nuove soluzioni sono pensate per l’ecosistema dei carrier, ma potranno arrivare ad altri partner operanti in altri mercati”. Non a caso, Li ha ricordato gli sforzi messi in campo per favorire la trasformazione digitale nelle altre industrie verticali, come la stretta collaborazione con i propri partner per lo sviluppo di nuove soluzioni in settori come i trasporti, l’energia e la finanza. Per quel che riguarda però strettamente le telecomunicazioni il manager si è detto convinto della necessità sempre maggiore di “network e sistemi di collaborazione aperti, che coinvolgano i partner più dinamici e aiutino gli sviluppatori a innovare”.
La vision della società cinese per le Tlc si basa dunque sull’importanza di un ecosistema che permetta di anticipare le sfide della trasformazione digitale, perché alcune di esse dovranno essere affrontate già nel corso di quest’anno. Come le nuove frontiere dei video che secondo Paul Michael Scanlan, presidente Business e Network consulting di Huawei Technologies, “costituiranno un servizio basilare e a valore aggiunto per i carrier”, a patto che sappiano “mettere al centro la user experience che è semplicemente ciò che il cliente è ben disposto a pagare”.
Il manager ha poi ripercorso le tappe che hanno portato dall’esplosione del mercato audio all’inizio degli anni duemila a quella più recente dei video, favorita dall’avvento degli smartphone e dallo sviluppo delle reti mobile 4G. Ma, ha spiegato, “siamo solo all’inizio e il futuro appartiene all’interazione fra i contenuti e gli utenti e fra gli utenti stessi, secondo la stessa logica che oggi domina i social network”. L’obiettivo di Huawei, ha annunciato Scanlan, è creare, grazie al supporto e alla collaborazione del mondo enterprise, il “network del futuro” basato su “accesso, data center e dorsali informatiche flat”.
Ma il settore video non è l’unico che farà da driver alla trasformazione digitale del mercato delle Tlc, visto che Huawei prevede per il 2016 quello che Qiu Heng, presidente della divisone Wirelless Network Marketing Operations, ha definito il “big bang del 4.5G”. Rete su cui il colosso lavora già da tempo, come dimostra la recente creazione della prima rete Lte Advanced Pro (4.5G) al mondo, sviluppata nel dicembre 2015 a Oslo da TeliaSonera Norvegia e Huawei su un’infrastruttura commerciale.
“La rete 4.5G è ormai uno standard certificato e grazie a Gigaradio (uno dei prodotti che la società lancerà al Mobile World Congress 2016, ndr) la sua diffusione sarà più facile di quanto non sia stata quella delle reti precedenti – ha spiegato Qiu Heng -. Per la prima volta supereremo la velocità di 1 Gbps, aprendo a nuove esperienze 4.0 di video e voci in alta definizione e spianando la strada ai potenti network dell’Internet of Things”. Alla domanda di un analista circa l’azzardo di spingere sul 4.5G anziché concentrarsi sulla rete 5G, Qiuheng ha risposto sottolineando che la prima è “un’evoluzione del 4G” mentre la seconda è “una tecnologia del tutto nuova”, ma che entrambe sono “ugualmente strategiche”.
Secondo Huawei l’altro grande motore della digital transformation delle telco sarà l’Internet delle Cose. “L’IoT diventerà prioritario nella core strategy delle compagnie di telecomunicazioni ed è necessario dotarsi di piattaforme cloud-based per cavalcare l’onda di questa novità epocale”, ha detto San-Qi Li. Del resto, i numeri mostrati durante l’evento londinese stimano 10 miliardi di connessioni IoT nel 2020, di cui 5 milioni legati allo smart manufacturing, 2 milioni alle smart home e 1 milione allo smart building.
Per far sì che le telco colgano un’occasione che “non possono farsi sfuggire” Huawei ha sviluppato 3 nuovi device, pronti per essere mostrati a Barcellona: Smart ONT, un gateway per la casa intelligente four-in-one (modem, security, IoT, smart home control); Agile, un device pensato ad hoc per le nuove frontiere industriali dell’Internet of Things; NB-IoT, una soluzione per lo smart metering che combina monitoraggio in tempo reale e analisi big data. Strumenti che consentano di seguire i processi all’interno delle nuove piattaforme IoT in tutti i loro passaggi, favorendo una “conoscenza proattiva dei fenomeni che permette di creare valore aggiunto a livello di business”.
C’è poi un altro ambito su cui la compagnia asiatica sta investendo parecchio e che già combina alcuni degli aspetti che riguardano la trasformazione digitale delle Tlc, come l’interconessione e i servizi video. Stiamo parlando delle architetture di sicurezza hi-tech, sperimentate da Huawei all’interno del progetto Safe City, attivo in oltre 100 città sparse in 30 paesi nel mondo. Sistemi che permettono a governi e municipalità di prevenire situazioni di crisi e rispondere in modo più tempestivo alle emergenze.
Il futuro pensato da Huawei sarà insomma ancor più real-time, on-demand, online e social. Un futuro che il colosso cinese dovrà però costruire assieme all’ecosistema delle telecomunicazioni, a cui non resta che decidere se accettare o meno l’invito di Huawei partito da Pechino, passato da Londra e in arrivo a Barcellona.