Quali sono le ambizioni della cinese Huawei? E’ facile scoprirlo per chi partecipa al Mobile world congress di Barcellona: lo stand di quello che rapidamente è diventato un colosso delle attrezzature di telecomunicazione assomiglia più che altro a un hangar. Dove il primo segnale è un cartello che vieta di scattare foto, a proteggere tecnologie e servizi sviluppati a Shenzen – un monito quanto mai significativo da parte di un’azienda che solo pochi anni fa i competitor occidentali accusavano di “copiare”.
I due piani su cui si sviluppa lo spazio occupato dal vendor cinese alla fiera del mobile sono una sfilza di prodotti che, a detta dell’azienda, renderanno le reti più potenti, più facili ed economiche da gestire e anche più “verdi”. Ma in realtà descrivere Huawei solo come produttore di equipment è ormai riduttivo, nota il Financial Times, perché l’azienda è in grado di costruire un intero ecosistema intorno agli operatori mobili, dai data center agli handset, dai managed services al software.
E infatti lo “stand” di Barcellona di Huawei mostra antenne che seguono l’utente mobile col massimo dell’efficienza, strutture video per servizi sanitari e scolastici, sistemi per il monitoraggio del traffico e la sorveglianza, fino alle piccole celle per le reti di nuova generazione e, naturalmente, a handset e tablet.
Sia Huawei che la sua rivale cinese Zte hanno di recente intensificato i loro sforzi nello sviluppo di smartphone e tablet (basati su Android). Per esempio, lo smartphone Huawei Ascend 48 Hd, lanciato proprio a Barcellona, è uno dei primi telefoni con l’ultima versione del sistema operativo di Google e usa un potente microprocessore quad core sviluppato dalla stessa azienda cinese.
“I vendor cinesi guardano chiaramente al business dei device per accrescere le revenues e farsi conoscere oltre il mercato business delle attrezzature”, sottolinea Dimitris Mavrakis di Informa Telecoms & Media.
Proprio per far conoscere il proprio marchio a trecentosessata gradi, Huawei ha anche assunto l’agenzia di pubblicità Bbh, una mossa inedita, dicono gli analisti, per un’azienda che fuori dalla Cina è stata percepita finora come molto “misteriosa”.
Non stupisce, nota ancora il Ft, che le aziende rivali in Europa temano molto la concorrenza che arriva dalla Cina. La qualità dei prodotti Huawei è molto migliorata nel tempo e il prezzo continua ad essere molto aggressivo, incidendo sui prezzi dell’intero mercato e sui margini delle aziende occidentali come Nokia Siemens Networks e Alcatel-Lucent.
Le ambizioni di Zte sono solo di poco inferiori a quelle di Huawei: ha lanciato quest’anno otto nuovi handset ed è diventata il quarto maggior produttore mondiale per volumi di vendita, ma anche l’attività nelle attrezzature di rete è importante. Wei Zaisheng, chief financial officer, fa sapere che “la nuova strategia di Zte consiste nel proporre una soluzione tecnologica su misura insieme a un pacchetto finanziario che aiuti gli operatori ad accrescere rapidamente il loro share di mercato in modo sostenibile”.
Huawei e Zte devono ancora riportare i risultati del 2011, ma Wei riferisce che Zte è cresciuta a una velocità doppia rispetto al resto dell’industria e ha indicato le stime degli analisti secondo cui le revenues dell’azienda sarebbero cresciute del 33,4% nei primi tre trimestri, senza fornire ulteriori dettagli perché i dati sono ancora in fase di revisione. Secondo il Ft, le revenues di Huawei dovrebbero essere cresciute dell’11% nel 2011, superando i 32 miliardi di dollari; il vendor non ha confermato queste cifre, che gli analisti definiscono “preliminari ma accurate”.
Sono comunque risultati che fanno invidia ai concorrenti occidentali – e il futuro non può che vedere intensificarsi l’avanzata aggressiva dei vendor cinesi. Huawei destina quasi metà del suo staff (forte di 140.000 persone) alla ricerca e sviluppo. Una scelta strategica per il settore delle telecomunicazioni, dove le entrate sono sotto pressione a causa del declino dei business tradizionali come la voce e occorrono nuove tecnologie per soddisfare la domanda di dati da parte dei clienti mobili. C’è da credere che una fetta sempre più consistente di questi clienti non solo sarà servita tramite attrezzature cinesi, ma comunicherà con handset targati Huawei o Zte.