La maggior parte dei grandi brand del lusso non solo sta sottovalutando il canale digitale in quanto “veicolo” per lo shopping ma in molti casi ne hanno frainteso le potenzialità. Un “misunderstanding” che rischia di tradursi in un vero e proprio flop di vendite durante la prossima stagione natalizia. A lanciare l’allarme la società di analisi BI Intelligence che pubblica oggi i dati dello Shullman Research Center. Stando alle rilevazioni dei ricercatori solo il 34% dei luxury shoppers ha visto più di una volta una pubblicità su un magazine cartaceo negli ultimi 30 giorni. Eppure i grandi marchi del lusso investono oltre il 50% del proprio budget per le campagne legate agli acquisti natalizi proprio sulle riviste “tradizionali”.
Di contro il 41% dei luxury shopper ha dichiarato di aver visionato più di una volta una pubblicità online nell’ultimo mese, a dimostrazione dunque dell’importanza riservata al canale. Ma i grandi brand investono nel digitale appena l’8% dei loro budget pubblicitari. Un vero e proprio paradosso – evidenzia BI Intelligence secondo cui i big del lusso non hanno compreso l’importanza del canale e per questo non sarebbero in grado di proporre prodotti a prezzi adeguati sulla Rete. “I grandi brand della gioielleria e dell’elettronica devono rendersi conto che il pubblico considera queste due categorie al top delle scelte per i regali natalizi. Il 41% degli acquirenti prevede di acquistare articoli elettronici di qui a fine anno e il 37% gioielli”, stima lo Shullman Research Center.

Secondo un’altra analisi sempre a firma di Shullman e dedicata all’uso dell’advertising digitale da parte dei luxury brand della moda è Burberry il brand che più sta investendo nel canale (lo scorso anno ha speso il 31% del budget destinato alla campagna natalizia.Chanel, Gucci, Hermes, Louis Vuitton e Michael Kors sono invece molto orientati sulla pubblicità su carta e destinano meno del 10% del budget natalizio alle campagne online.
“Ma le cose sono destinate a cambiare – sottolineano gli analisti -. Con il progressivo accumularsi della ricchezza fra le giovani generazioni, più inclini a utilizzare il digitale, bisognerà concentrare gli sforzi sulle piattaforme online. Al momento i brand sono restii a vendere online perché credono che il canale non consenta appieno la relazione con il cliente soprattutto quando si tratta di clienti che fanno acquisti sporadici. Ma sarà inevitabile cambiare idea”.