Ogni giorno ci confrontiamo con business executives di differenti settori del mercato globale su argomenti che riguardano la tecnologia e la trasformazione digitale. E i consigli d’amministrazione che affrontano regolarmente il tema di come la tecnologia possa migliorare tutti gli aspetti del proprio business hanno una marcia in più: comprendono meglio come aumentare la competitività della loro azienda, sono più resilienti davanti a imprevisti e prospettive economiche negative e soprattutto sono più agili quando si tratta di prendere decisioni importanti.
Ma ciò che va sottolineato è che quando si parla di tecnologia, la discussione non si può ridurre a una semplicistica questione d’installazione di hardware e di software. La tecnologia, infatti, impatta sulla cultura aziendale e questa consapevolezza deve partire dal vertice.
Oggi, oltre alle competenze più tradizionali di business administration, un amministratore delegato necessita di un’approfondita conoscenza tecnologica. Deve sapere di cosa si parla quando si affrontano temi come la propria strategia dati, lo sviluppo di piattaforme, il cloud. Deve capire come, quanto e quando investire nelle competenze digitali dell’azienda. I leader esperti in materia digitale gestiranno le aziende di maggior successo, perché le competenze acquisite consentiranno loro di anticipare le esigenze dei loro clienti, di investire nelle tecnologie più appropriate e di permettere alle loro aziende di reagire ai cambiamenti.
Recentemente è stato pubblicato da Thoughtworks il report “Tech proficiency: il nuovo imperativo per la crescita aziendale, la leadership e l’agilità.” E i numeri confermano quanto detto: l’indagine effettuata su un campione di 969 Ceo, Cto e Cio di 12 Paesi ha rivelato che il 76% delle aziende che prevedono di crescere nel 2021 sono guidate da manager tech-savvy. Conoscono bene la tecnologia e sanno di cosa parlano. Lo stesso report fornisce altri interessanti spunti: i leader delle aziende in crescita confermano di avere management team altrettanto competenti in materia, con digital proficiency nettamente superiori ad aziende non in crescita in ambito di trasformazioni digitali, cloud computing, strategia dati e piattaforme software. Inoltre, maggiore è la frequenza con cui i management team discutono di tecnologia, più alte sono le prospettive di crescita dell’azienda. In più della metà dei consigli di amministrazione delle aziende in crescita si discute almeno una volta al mese di trasformazione digitale. I leader che sanno di tecnologia e si aggiornano costantemente, dunque, rappresentano un indubbio valore aggiunto perché, partendo dall’alto, trasmettono la loro visione e la loro competenza digitale all’intera organizzazione aziendale.
Per essere tech proficient, non basta essere a conoscenza delle tecnologie emergenti: è necessario anche capire come la tecnologia possa essere abilitante sia nella realizzazione di una strategia che nella gestione giornaliera dell’azienda. Disporre pienamente delle nuove tecnologie a livello operativo o nei rapporti con la clientela, si può infatti facilmente tradurre in nuovi contratti, aumento della redditività, migliore gestione dei sistemi. Permette inoltre di anticipare le tendenze emergenti e di investire di conseguenza in tecnologie appropriate. Significa anche avere a disposizione una carta fondamentale per attrarre nuovi talenti. In questa ampia concezione di competenza tecnologica, l’utilizzo di big data e analytics, il miglioramento della customer experience, lo sviluppo dei prodotti, l’economia del cloud diventano strumenti di una trasformazione che non è più soltanto digitale, ma aziendale e soprattutto culturale. È questo ciò fa fare il salto.
Qual è la situazione in Italia? Nonostante le previsioni di crescita meno ottimistiche rispetto ad altri Paesi, le aziende italiane si posizionano nella media per quanto riguarda la tech proficiency. Il 67% di esse dichiara infatti di utilizzare la tecnologia per modernizzare il proprio business, mentre il 37% delle aziende del nostro Paese afferma di aver progredito in questo ambito pur essendo ancora indietro rispetto ai leader del settore. Inoltre, il 68% dei business leader italiani si ritiene competente in materia di tecnologia ed innovazione digitale, in linea con le medie globali. Tuttavia, nel report spiccano i risultati, ben sopra la media, di Cina, India, Brasile e Stati Uniti e la necessità, pertanto, di un ulteriore sforzo anche da parte delle aziende italiane per raggiungere una maggiore competitività a livello globale. Se è chiaro che la tecnologia oggi è sinonimo di crescita aziendale e i manager che sanno padroneggiarla sono essi stessi garanti e artefici di questo sviluppo, allora è giunto il momento di parlarne di più anche nelle boardroom delle aziende nazionali. Per prepararsi alla discussione e rompere il ghiaccio, ThoughtWorks ha realizzato Decoder, una guida tecnologica per business executives che vogliono saperne di più.